Forlì, per il sacerdote rapinato in Africa catena di solidarietà tra parrocchiani
Tanta paura
Parroco di Santa Maria Assunta della Pianta dal 2009, don Felice è stato uno dei primi ad intervenire, assieme ad altri parrocchiani, con un bonifico bancario, in aiuto dell’amico sacerdote.
«La notte del 16 novembre – aveva scritto don Martin a don Felice il 28 dicembre scorso, non riuscendo a comunicargli prima la notizia – mi sono ritrovato con 5 uomini armati ed incappucciati in casa. Dopo avermi legato mani e piedi, si sono portati via tutto: cellulari, computer, televisore, vestiti, scarpe, creme e saponi». I predoni hanno preso anche i paramenti e persino il vino necessari per dire messa. «I rapinatori – scriveva il religioso – hanno rubato anche i cellulari della famiglia da me ospitata in canonica. È stato terribile ma ringrazio il Signore perché nessuno si è fatto male”.
Aiuto immediato
Fra il giorno del furto e il momento in cui don Martin è riuscito a comunicare a don Brognoli la pericolosa avventura, è passato più di un mese. «Non appena compreso che stava bene ma che aveva perso tutto – dichiara don Felice – ho subito avviato una raccolta fondi alla Pianta per consentirgli di acquistare beni di prima necessità per sé e per la propria comunità». Il nigeriano (che è anche cittadino italiano), classe 1971 e ordinato sacerdote nel 2002, ha fatto parte della schiera di circa 1.500 presbiteri stranieri nati all’estero, ma incardinati nelle diocesi italiane. La loro consistenza numerica cresce di pari passo con l’acuirsi della crisi vocazionale: attualmente corrispondono al 4,5 per cento dei preti diocesani italiani. Rientrato per sua precisa scelta in Nigeria nel 2012, dove, oltre che parroco di una piccola comunità cristiana, è impegnato presso il locale tribunale ecclesiastico, don Martin era stato per l’ultima volta in Italia nell’estate 2018, ospite in due diversi periodi proprio dell’amico don Felice. «Sono disponibile a fare da tramite con don Martin – precisa il parroco della Pianta – nel caso qualcun altro volesse inviargli un contributo, per consentirgli di continuare ad operare pastoralmente nella comunità cristiana di riferimento».