Una barca malandata da non fare affondare

Rimini

È inutile nascondersi dietro un dito. La funzionalità della Provincia di Forlì-Cesena dipenderà in gran parte da un riordino istituzionale non più rinviabile. Un affare di cui occuparsi a livello nazionale. Da questo punto di vista, conta fino a un certo punto chi è stato chiamato a impugnare il timone dell’ente. È chiaro a tutti che quel timone si trova sul ponte di comando di una barca piena di falle, ormai ingovernabile.

Entrambi i candidati alla presidenza hanno mostrato di essere ben consapevoli di questa situazione. Le Province sono state messe in disarmo ancor prima del referendum costituzionale relativo a una riforma, quella che è costata caro a Matteo Renzi, in cui si era dato frettolosamente per scontato che quegli enti sarebbero stati soppressi. Il risultato è che oggi, dopo che quel disegno è stato stracciato a seguito della consultazione referendaria, non ci sono più le risorse economiche indispensabili per svolgere le proprie funzioni e garantire servizi essenziali. Due su tutti: le manutenzioni della estesa rete stradale provinciale e quelle degli edifici delle scuole superiori. Sono questioni molto sentite dai cittadini, se non altro perché incidono sulla vita quotidiana, e oggettivamente delicate: in ballo c’è l’incolumità di migliaia di ragazzi e di ogni persona, che ha il diritto di muoversi in sicurezza.

Con lo smantellamento di fatto delle Province è inoltre venuta meno una rappresentatività piena, perché alle elezioni dirette popolari si è sostituito un sistema artificioso e cervellotico. Così si sono delegittimati ancor più organismi pubblici che - bisogna dirlo francamente - la gente ha sempre sentito come lontani.

Per tutte queste ragioni non si può continuare a rimanere in mezzo a un guado che è melmoso. Nell’attesa, però, il neopresidente dovrà barcamenarsi per tenere a galla la nave malmessa che gli è stata affidata. Per riuscirci, avrà bisogno di una squadra efficiente, trovando tra le altre cose un certo bilanciamento territoriale. È vero che sono deleteri i campanilismi e le rivalità tra il comprensorio cesenate e quello forlivese. Ma ci sono specificità che non si possono ignorare e in questo caso un’ampia rappresentatività sul piano geografico è un valore e conta di più delle appartenenze partitiche.

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