Nostalgia o turismo? No, si chiama fascismo

Sono stati chiamati a lungo “nostalgici”, oggi in maniera ancora più asettica vengono definiti “turisti”. Ma nostalgici di cosa? Del fascismo. Turisti interessati a cosa? Alla tomba di Mussolini. Detto ciò, qualcuno fatica ancora a usare la parola “fascisti”. Per quieto vivere, malinteso spirito democratico, pigrizia o perché sembrava impossibile dover rinominare qualcosa che si palesa oggi, con una parola “del passato” costata tanto e già sconfitto dalla storia.
La notizia è che quest’anno l’Anpi anche per Predappio ha deciso di ripronunciare pubblicamente quello che era diventato come innominabile e ha tentato di riportare alla luce di quella piazza, più scomoda di altre, il dibattito, dichiarando apertamente che quelle che prendono corpo nel paese natale del duce tre volte l’anno sono manifestazioni fasciste e come tali a rischio di violazione delle leggi che l’Italia repubblicana si è data, a partire dalla Costituzione.
Costituzione, leggi, storia, antifascismo, fascismo sono parole che forse non attirano i giovani (sarà vero?), ma soprattutto annoiano anche molti meno giovani che però amano citare valori come “libertà di pensiero” e “democrazia” dimenticando che non si possono invocare questi senza aver prima riconosciuto e condiviso il significato, il valore, o il disvalore, delle prime.