L'Anpi sulla manifestazione di Predappio: «Non possiamo più tollerare»

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FORLI'. L’Anpi non lo aveva mai fatto prima, ma adesso, dice il vicepresidente nazionale, l’avvocato Emilio Ricci: «La situazione è diventata preoccupante e non possiamo non intervenire». L’associazione dei partigiani ha chiesto alle autorità forlivesi di vietare la manifestazione di domenica 28 ottobre a Predappio, quel giorno cioè in cui diverse centinaia di nostalgici si radunano e celebrano l’anniversario della Marcia su Roma attraversando in corteo il paese per arrivare davanti alla tomba di Mussolini e lì fare il saluto.

Perché questa volta avete deciso di fare questa richiesta?

«Stiamo contrastando tutte le manifestazioni filofasciste con maggiore decisione da un anno e mezzo, da quando questi episodi hanno cominciato a ripetersi con maggiore frequenza. E non c’è solo l’aspetto politico, qui parliamo di episodi che hanno una rilevanza penale».

Nella richiesta inviata a prefetto, questore, sindaco di Predappio e Procura citate le leggi , dalla Costituzione alle leggi Scelba e Mancino. Ma non è facile che il reato di apologia di fascismo venga riconosciuto.

«La manifestazione di Predappio così concepita, con l’ostentazione dei simboli fascisti e l’esaltazione del capo del fascismo si configura come apologia. Oltre all’atteggiamento grave, basterebbe poi considerare la data in cui avviene il ritrovo. Non è tanto per i saluti romani, su quello sappiamo che ci sono visioni differenti da parte dei magistrati, ma, come è successo per il sacrario del gerarca Rodolfo Graziani ad Affile al quale ci siamo opposti, è chiaro quando si configura l’apologia. Da quando abbiamo deciso di batterci utilizzando gli strumenti che la legge ci consente, con determinazione, e in maniera tecnicamente fondata, abbiamo ottenuto ragione. Per statuto siamo difensori dell’antifascismo, facciamo il nostro dovere di antifascisti».

L’apologia di fascismo è un reato per cui è possibile procedere d’ufficio, ma fin qui non sono mai emerse denunce in occasione degli annuali raduni a Predappio.

«Con la nostra richiesta di vietare la manifestazione vogliamo stimolare le istituzioni a vigilare. Poi, nel caso, siamo in grado di scriverla anche noi una denuncia qualora servisse».

Per molto tempo però nessuno ha sollevato obiezioni alla parata di Predappio. Anche l’Anpi è la prima volta che prende una posizione così decisa.

«Non l’abbiamo mai accettata, ma se fino a poco tempo ritenevamo che la democrazia fosse forte in Italia, oggi siamo preoccupati. Direi che ormai sono chiari i continui attacchi alla democrazia, e se non sono atti fascisti, sono atti autoritari o razzisti. Questo governo si pone in maniera fortemente qualunquista rispetto alle regole e i principi della Costituzione vengono in generale messi continuamente in discussione, c’è poca cultura. C’è poi quell’atteggiamento strisciante per cui si afferma che il fascismo è morto da oltre settant’anni, è roba vecchia e non può tornare. Potrà non tornare con quella stessa faccia, coi gagliardetti e le camicie nere. Ma la sostanza invece può sempre riproporsi ed è più facile quando è bassa la consapevolezza degli italiani, che crediamo debbano essere continuamente sollecitati a capire e anche a ricordare».

Preparerete una contromanifestazione a Predappio?

«Ci stiamo pensando, in ogni caso di sicuro a Predappio ci saranno nostri osservatori. Non saremo più tolleranti . Stiamo combattendo una battaglia più ampia, per riaffermare i principi della democrazia».

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