Ronde di Forza Nuova, 18 romagnoli indagati dalla Procura di Forlì

Ravenna

FORLI'. Diciotto simpatizzanti di Forza Nuova indagati dalla Procura della Repubblica. L’ipotesi di accusa è quella di aver violato l’articolo 134 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, che recita: “Senza licenza del Prefetto è vietato ad enti o privati di prestare opere di vigilanza o custodia di proprietà mobiliari od immobiliari e di eseguire investigazioni o ricerche o di raccogliere informazioni per conto di privati”. Nel mirino, infatti, ci sono quelle che Forza Nuova definisce “passeggiate per la sicurezza”, svolte in diverse città anche della Romagna, come Forlì, Cesena, Ravenna. Gli indagati provengono dalle province di Forlì-Cesena (13), Rimini (4) e Ravenna (1). Loro stessi sono venuti a conoscenza di essere iscritti nel registro degli indagati perché stanno ricevendo l’avviso di proroga delle indagini chiesto dal sostituto procuratore Filippo Santangelo e avallato dal giudice per le indagini preliminari Massimo De Paoli. Indagini che, quindi, sono ancora in corso e per questo dagli ambienti investigativi non trapela nulla. Si sa che non c’è stato un controllo o identificazione diretta durante una di queste “passeggiate per la sicurezza”, ma Forza Nuova ha pubblicizzato anche tramite social network le sue iniziative e i volti potrebbero essere stati presi proprio così, oltre che dal lavoro sul campo della Digos. Soltanto ipotesi per il momento in attesa che venga fatta chiarezza.

Le reazioni

A rendere nota la notizia sono stati proprio gli indagati di Forza Nuova, attraverso un comunicato stampa: «I nostri ragazzi stanno ricevendo proprio in queste ore l’ennesima letterina verde da parte delle autorità – racconta il coordinatore regionale forzanovista Mirco Ottaviani, anch’esso indagato – colpevoli semplicemente di occupare volontariamente ore del loro tempo per migliorare le proprie città, passeggiando per le strade e per i parchi ed evidenziandone i problemi di sicurezza e di degrado. Una denuncia assolutamente repressiva nei nostri confronti. Non vi è motivo di dubitare della legittimità delle passeggiate per la sicurezza».

 

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