Fallimento della Fulgor Libertas, prime schermaglie in aula a Forlì
In quella data si inizierà anche a parlare della lista di testimoni che sfileranno davanti ai giudici che si annuncia piuttosto corposa sia da parte dell’accusa (il fascicolo è in mano al sostituto procuratore Federica Messina, anche se ieri in aula era rappresentata dal collega Claudio Santangelo, sia delle altre parti in causa. Parti civili nel processo sono i 6 tifosi che avevano presentato domanda di ammissione e la stessa Fulgor Libertas “post fallimento” per i danni subiti dai creditori. Boccio e Chirisi, difesi dall’avvocato Manlio Guidazzi di Bologna, non erano presenti in aula. La vecchia “Fulgor Libertas” è tutelata dall’avvocato Giovanni Principato. Per Antonio La Mura, difeso dall’avvocato Ghirardi e accusato di falsa perizia sul conferimento di azioni del gruppo industriale Chirisi-Boccio nella Fulgor Libertas, sarà il Tribunale di Treviso a doversi esprimere.
Le parti in causa
Presenti come parti civili i due rappresentanti scelti tra quelli del Comitato tutela abbonati Fulgor Libertas, patrocinati in aula dall’avvocato Andrea Romagnoli, e altri 4 tifosi, difesi dall’avvocato Vittorio Manes, riconoscendo che con la loro attività Boccio e Chirisi avessero “spinto” i sostenitori della squadra a sottoscrivere l’abbonamento alla stagione agonistica, campionato nemmeno concluso dalla Fulgor Libertas, che si ritirò a gennaio. In aula anche la Fulgor Libertas “post fallimento”, già in mano alla curatela fallimentare, attraverso il legale Marco Bressanello.
La storia
La storica società di basket cittadina vede così la sua triste fine trascinata nell’aula di un tribunale. Massimiliano Boccio e Mirela Mihaela Chirisi nell’estate del 2014 acquisirono la società che militava nel campionato di serie A2 facendola fallire a inizio gennaio 2015 quando, sommersa dai mancati pagamenti ad atleti, membri dello staff, fornitori e organismi federali, ne venne decretata l’esclusione dal torneo. Dopo il fallimento decretato dal Tribunale nell’aprile del 2015, era partita l’inchiesta della Procura, che aveva portato alla luce elementi che, secondo l’ipotesi di accusa, avevano evidenziato le irregolarità della gestione Boccio-Chirisi. Dopo il rinvio a giudizio deciso dal Gip Monica Galassi, ieri i legali si sono ritrovati in aula, ma per ascoltare i primi testi bisognerà attendere il 2019.