Incarico alla cognata dell’assessora, è scontro

Rimini

FORLI'. Si chiama Serena Nesti, 50 anni, architetto. È sulla base della sua qualifica professionale che ad agosto una commissione comunale l’ha selezionata tra quattro candidature pervenute e le ha affidato un incarico di 32 mesi per seguire due progetti Europei: “Costruire città più giuste” e “Apriamo le case – Un festival che celebra il patrimonio e i valori comuni delle città”. Compenso: 62.224 euro più altri 25mila in caso di prosecuzione dei progetti al 2021. Serena Nesti, però, milita nel Pd, è cognata dell’assessora all’Urbanistica Francesca Gardini ed è al terzo incarico esterno consecutivo ricevuto dal Municipio da giugno 2015. È per questi ultimi tre motivi che ieri il M5S ha tuonato in consiglio comunale accusando l’Amministrazione di clientelismo e giudicando «moralmente inaccettabile, anche se formalmente corretta, l’attribuzione dell’incarico alla parente di un politico di governo in vece di una procedura concorsuale pubblica volta all’assunzione in pianta stabile di una professionalità cui affidare le funzioni richieste». Accusa che diventa subito anche promessa elettorale: «Con noi al governo – si lancia Daniele Vergini – modificheremo i regolamenti per impedire l’assegnazione di incarichi a parenti, coniugi o affini di chi riveste cariche politiche». Una sorta di discriminazione al contrario per il sindaco Davide Drei, che risponde con toni mai uditi così duri in quattro anni di mandato. «L’inopportunità morale è una coperta corta che ognuno tira a proprio vantaggio: la procedura è legittima e devo biasimare con forza questo “mal pensare”, queste spiegazioni qualunquiste e queste parole che contengono talento mistificatorio e violenza contraria ai valori della Costituzione che sancisce la pari dignità sociale e l’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge senza distinzione di opinioni politiche. Non si può minare l’onorabilità e credibilità di persone e dirigenti che affidano gli incarichi». Per questo Drei controbatte: «La cognata di un’assessora può cercare un lavoro in una pubblica amministrazione come tutti perché è una cittadina uguale agli altri. È mortificante, svilente, pressapochista ingenerare tra i cittadini la sensazione di un diffuso “magna-magna” nelle istituzioni».

Bando Periferie

Il primo cittadino rivolge poi un attacco anche al Governo a guida M5S-Lega sul blocco dei finanziamenti del Bando Periferie. «I sindaci sono pronti alla mobilitazione per difendere i patti sottoscritti e le proprie città. Nelle prossime ora ci sarà un incontro tra il premier Conte e una delegazione dell'Anci e io stesso ho scritto al presidente del Consiglio e a quello della Camera, Fico, chiedendo di modificare la norma».

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