Dovadola, Benedetta Bianchi Porro potrebbe essere beata entro l’anno

Rimini

DOVADOLA. «Entro l’anno Benedetta Bianchi Porro potrebbe essere dichiarata beata». L’annuncio è stato dato ieri mattina nella Badia di Sant’Andrea dal postulatore della causa di beatificazione, padre Guglielmo Camera, al termine della messa presieduta dal vescovo di Forlì-Bertinoro monsignor Livio Corazza in occasione dell’82° compleanno virtuale della Venerabile. «Manca ancora il voto dei cardinali e dei vescovi presenti nella Commissione della Congregazione dei Santi, incaricata di esprimersi sull’autenticità del miracolo occorso a Genova nel 1986 per intercessione di Benedetta, ma è questione di mesi. Dopodiché toccherà a papa Francesco verificare il lavoro svolto e procedere con l’eventuale promulgazione del decreto di riconoscimento del prodigio». Alla liturgia eucaristica celebrata nella chiesa che dal 22 marzo 1969 custodisce le spoglie della Bianchi Porro, hanno preso parte circa 150 fedeli. «Benedetta – ha dichiarato il vescovo nel corso della sua omelia – ha capito che il calvario impostole dalla malattia era un’opportunità per incontrare autenticamente Dio. Lei stessa, nonostante abbia trascorso gli ultimi anni di vita in un letto, privata di tutte le facoltà sensoriali ad eccezione del palmo della mano sinistra e di un filo di voce, è stata per tanti strumento d’incontro e conforto». Prendendo spunto dalla Parola del giorno, monsignor Corazza prende atto che Benedetta, nella sua breve e dolorosa esistenza, ha percepito che «l’unico modo che ha l’uomo per saziare la sua fame di amore, è condividere con gli altri tutto ciò che ha». La cameretta di Sirmione dove la giovane ha chiuso per sempre gli occhi il 23 gennaio 1964, divenne per mesi un crocevia di vite, «il suo letto un altare attorno al quale si crea uno straordinario cenacolo d’amore e di condivisione».

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