Rifiuti, sul caso delle 1.200 cartelle pazze a Forlì il Comune minimizza: "Solo 300 invii sbagliati"

Forlì

FORLI'. Per il Comune di Forlì non c'è nessun caso cartelle pazze dell'imposta rifiuti: si tratterebbe solo avvisi di accertamento, di cui poco più di 300 quelli potenzialmente sbagliati. A provare a dissolvere il polverone che si sta alzando dopo la denuncia da parte di Confesercenti sull'invio di 1.200 cartelle di avviso di pagamento, con sanzioni anche per migliaia di euro, è l'assessore all'ambiente William Sanzani. Il caso sbarca infatti in pomeriggio in Consiglio comunale con tre question time presentati dal Movimento 5 Stelle, uno, e da Forza Italia, due, in cui appunto si chiede conto dell'invio delle richieste con multe per il ricalcolo delle metrature di superficie inviate a cittadini, commercianti e imprese. "Non si tratta di cartelle pazze, gli avvisi rientrano nella prima fase di accertamento per il recupero dell'evasione. E non attivano un'attività di riscossione coattiva", replica Sanzani ricordando che anche in passato ci sono stati "massicci invii". Gli accertamenti, prosegue, sono svolti con il supporto della ditta Intercenter dal 2016 e da allora sono stati emessi circa 9.000 avvisi conseguenti a verifiche. Nel caso di errori sono stati prontamente annullati. Nel caso specifico sono 1.600 gli invii, con una quota errore del 20%, circa 320 quindi, "leggermente superiore alla media". Gli uffici, garantisce l'assessore, procedono con verifiche con società esterna e i contribuenti hanno tempo 60 giorni per contestare gli avvisi. Le incongruenze, ribadisce, sono state subito risolte e il flusso di contribuenti negli uffici si è fermato. Insomma la questione è in "via di risoluzione". In merito alla protesta di Confesercenti, che segnala 15 casi di errore, per ora l'invio degli avvisi è sospeso e lunedì prossimo ci sarà un incontro con l'associazione. Daniele Vergini del Movimento 5 Stelle continua a chiedersi "chi paga l'invio delle raccomandate" e ricorda il "disagio per cittadini". Dello stesso avviso il capogruppo azzurro Fabrizio Ragni: "Non deve accadere mai più e non ci devono essere oneri per il contribuente". Anche se, chiosa il compagno di scranno Lauro Biondi, "è più grave la sospensione che l'invio".

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