Malattia professionale, “Cantiere del Pardo” assolto per le lesioni
Una sentenza che potrebbe avere ripercussioni anche sulle altre cause per malattie professionali (oltre 80) che sono aperte alla “Cantiere del Pardo”: solo questa, infatti, è arrivata ad essere discussa davanti al giudice per una causa penale. Altro discorso riguarda un eventuale rito civile.
Il dirigente Ruggero Gandolfi, difeso dall’avvocato Giuseppe Mazzini, è stato assolto con formula piena, perché il fatto non sussiste. Lui era entrato in azienda solo nella parte finale dell’evoluzione della malattia, maturata in quasi un decennio, ma soprattutto è riuscito a dimostrare, anche attraverso testimoni, che l’azienda si era adoperata per garantire al meglio la sicurezza dei suoi lavoratori, con documenti sui rischi dell’attività, finanche a filmare i dipendenti in alcune ore di attività per cercare eventuali correttivi al lavoro per evitare problematiche di salute. Insomma, secondo il giudice tutto quello che si poteva fare era stato fatto, impossibile ravvisare una colpa specifica, elemento fondamentale per portare avanti la causa per lesioni personali gravi, aggravate dalla ipotetica violazione delle normative sulla sicurezza sul lavoro e dal fatto di aver procurato un’invalidità al lavoratore. L’operaio era stato assunto nel 2003, quando ancora non si conosceva da cosa fosse provocata la patologia, tanto che l’Inail non la riconosceva come malattia professionale. Solo nel 2008 c’è stato il collegamento possibile con i ripetuti movimenti di chi, come anche alla “Del Pardo”, usa martelli, seghetti e quanto altro per lavorare all’interno delle barche. Nel 2011 l’operaio aveva accusato i primi dolori e nel 2012 gli era stata riconosciuta la malattia professionale. Ora per Ruggero Gandolfi è arrivata l’assoluzione.