Cittadini mobilitati per far restare le Orsoline

PREDAPPIO. È nata l’associazione “Amici di Santa Rosa”, con l’obiettivo di far restare le suore Orsoline a Predappio anche oltre la scadenza della convenzione con il Comune alla fine del 2019.

Grande interesse

La sede è proprio nell’asilo voluto e fatto costruire dal Duce, intitolato a Santa Rosa da Lima in onore della madre Rosa Maltoni. La prima riunione l’altra sera ha visto un pienone di gente interessata. «Vogliamo iniziare a contarci per vedere quante persone realmente ci sono accanto in questo tentativo – racconta la segretaria dell’associazione Elisa Greggi –. Fino ad ora c’era stato un passa parola ma nella prima sera sono state rilasciate 70 tessere di iscrizione, altre lunedì sera alla festa della Protezione civile. Poi ogni sabato mattina dalle 8 alle 11 saremo presso l’asilo che è anche la nostra sede per ricevere altre adesioni».

Le “sopravvissute”

Attualmente sono rimaste solo due le suore Orsoline nell’asilo: Teresa Locatelli, una vera e propria icona per la popolazione, a Predappio ormai da oltre 25 anni e Jusy Rudelli, da poco ritornata a distanza di anni. «Abbiamo un canale diretto con la madre generale dell’Ordine che ha sede a Gandino in provincia di Bergamo, Raffaella Pedrini – aggiunge Elisa Greggi – e stiamo cercando di portare avanti un ragionamento di questo tipo: l’asilo negli ultimi anni ha funzionato assai bene nella collaborazione fra le suore e il personale laico, la nostra proposta è di proseguire in questo modo». Certamente in un quadro generale di carenza di vocazioni non sarà il “recupero” delle due suore attualmente presenti a Predappio a rinvigorire definitivamente l’ordine. È questa, in sostanza la proposta che l’associazione presieduta da Luca Lambruschi con Ludovico Proli in qualità di vice, sta portando avanti ed al momento non contempla la sostituzione con altri ordini religiosi.

Rapporto molto solido

«C’è un legame affettivo fra le suore e la città di Predappio che non si può spezzare o tranciare in maniera così netta perché va avanti da novant’anni. Nella mia famiglia ad esempio – conclude Elisa Greggi – mio nonno e mia madre prima di me hanno frequentato l’asilo delle suore, ed infine ho iscritto anche mio figlio. Le suore sono parte delle nostre famiglie».

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