Caritas: «Chi è in pericolo di vita prima di tutto va salvato»

Forlì

FORLI'. L’appello della Caritas per reclutare nuovi volontari risponde all’esigenza di soddisfare un bisogno di accoglienza e assistenza che non diminuisce durante l’estate, in un contesto dove - soprattutto tra gli stranieri - aumentano le preoccupazioni sulla possibilità di restare a vivere e lavorare nel nostro Paese.

Esigenza quotidiana

Ecco i punti che Sauro Bandi, direttore dell’ente caritativo diocesano, sottolinea per invitare «uomini e donne di buona volontà» a dare un mano. «Durante la settimana si alternano un centinaio di persone per i vari servizi – prosegue –. Un numero necessario anche per far fronte alle ferie di molti volontari. Mensa, Emporio della solidarietà e accoglienza notturna non possono chiudere. A noi basta anche qualche ora di disponibilità». Che non richiede particolare preparazione. «All’inizio illustriamo quello che i volontari devono fare – ricorda Bandi – ma si tratta di cose semplici, come servire a tavola o dare una mano a sistemare prodotti alimentari e altro. In caso di servizi più particolari aumenta, ovviamente, anche il livello di formazione».

Chi vuole segnalarsi può farlo alla segreteria della Caritas in via dei Mille, 28 (0543 30299; comunicazione@caritas-forli.it) o a quella del Centro di ascolto in via Fossato Vecchio, 20 (0543 35192; centrodiascolto@caritas-forli.it).

Clima cambiato

La Caritas fa dell’accoglienza il proprio cardine. Ma il momento storico e politico sembra poter cambiare in qualche modo lo scenario, soprattutto per gli stranieri. «Diciamo che tra di loro è aumentata la preoccupazione – ammette Bandi –. Le persone in attesa di un documento e che magari hanno fatto percorsi diversi rispetto alla richiesta di protezione umanitaria o di asilo, temono che il processo possa bloccarsi. Anche chi, dopo tanti anni di legalità, ha perso il lavoro o la casa percepisce una difficoltà maggiore. Il nostro percorso è anche questo: accompagnare chi chiede aiuto ad avere un tetto e una occupazione per essere autonomi. Non nascondiamo che la preoccupazione è pure nostra, potremmo ritrovarci con tante persone non in regola e impossibilitate a lasciare l’Italia perché senza i documenti necessari a trasferirsi in altri paesi dove vorrebbero andare. Voglio anche ricordare che noi accogliamo tutti: stranieri, italiani e tanti forlivesi».

Chiarezza in Europa

Resta il problema del ruolo cruciale dell’Italia nel quadro dei flussi migratori. «Diciamo da tempo che c’è bisogno di fare chiarezza – conclude Bandi –. Esistono leggi e patti per un sistema di accoglienza più condiviso che coinvolga tutta l’Europa. E’ ovvio, però, che le persone quando sono in pericolo di vita vanno sempre e prima di tutto salvate, al di là di accordi o intese».

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