Riducevano prostitute nigeriane in schiavitù, tre in manette

Rimini

FORLI'. Costringevano giovani nigeriane a prostituirsi sottoponendole a giuramento tribale. Sono stati arrestati dai carabinieri due nigeriani, una donna di 29 anni, considerata a capo della gang, e un uomo di 34, oltre che un forlivese di 59, accusati di riduzione in schiavitù e tratta di persone con l'aggravante dello sfruttamento della prostituzione. Secondo l'accusa avrebbero attirato in Italia, con la falsa promessa di un lavoro in fabbrica, due giovani ragazze nigeriane, di appena 22 anni, poi sfruttate ed avviate alla prostituzione, oltre che costrette a consegnare ai loro aguzzini la maggior parte dei loro guadagni, con la prospettiva di poter un giorno riuscire a riscattare la loro libertà dietro il pagamento di 35.000 euro a testa. Per garantirsi l’obbedienza assoluta delle giovani vittime, la ventinovenne Nigeriana, cioè la loro maitresse e il fidanzato di lei, provvedevano ad asservirle con il rito di giuramento della tradizione “Juju”, quindi obbligandole e sfruttandole alla prostituzione dietro la costante minaccia di morte o di maledizioni terribili. Le vittime tuttavia, ad un certo punto, hanno trovato la forza di ribellarsi grazie al recentissimo editto dell’Oba, la massima autorità religiosa del popolo Edo, con cui sono stati vietati tutti i riti di giuramento “Juju” utili a vincolare con maledizioni terribili le ragazze trafficate, revocando, nel contempo, tutti i vincoli effettuati in precedenza.      

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