Oltre 600 all’anno le persone di cui si perdono le tracce

Forlì

FORLI'. Sono oltre seicento le persone di cui ogni anno si perdono le tracce in città.

L’interrogazione

A sollevare il tema, riferendolo in particolare alla popolazione straniera, e alla presenza dei rifugiati in primis, è stato il consigliere di Forza Italia Fabrizio Ragni con un’interrogazione presentata ieri in consiglio comunale, alla quale ha risposto l’assessore al Welfare Raoul Mosconi. «Quanti sono, anche a Forlì, gli immigrati scomparsi dai radar delle istituzioni, diventati letteralmente sconosciuti al fisco, veri e propri fantasmi senza più una residenza dove raggiungerli, controllarli o recapitare tasse e bollette – ha chiesto Ragni –? Parliamo degli irreperibili, per lo più stranieri, che una una volta verificata la loro “inesistenza” all'indirizzo inizialmente registrato e conosciuto alle autorità vengono cancellati o tenuti in sospeso nei registri comunali». Citando statistiche nazionali Ragni parla di un fenomeno che avrebbe rilevanti dimensioni: «In media l'1,5% della popolazione attiva, improvvisamente scompare... A Forlì se la percentuale fosse questa dovremmo parlare di 1800 persone non più censite all'anagrafe, per lo più stranieri non in possesso di un valido titolo di soggiorno che hanno scelto la fuga, la clandestinità», afferma Ragni.

La risposta

Le cifre rese note dagli uffici comunali tramite l’assessore Mosconi non sono queste, ma il fenomeno effettivamente esiste. «Nel 2016 gli irreperibili sono stati 621, cdi cui 485 stranieri. Nel 2017 sono stati 631 di cui sempre 485 stranieri, in pratica lo 0,5% della popolazione». Il procedimento adottato dal Comune vuole che si tenga monitorata la situazione del cittadino per un anno dalla eventuale segnalazione di assenza che può essere rilevata da un ente, un vicino, segnalazione che viene prima verificata dalla polizia municipale, quindi, a un anno di distanza dall’ufficio anagrafe che, in caso di permanere dell’irreperibilità procede alla cancellazione della persona dai registri dell’anagrafe. «Il dato esiste, purtroppo andrebbe cambiata la legge sull’immigrazione in vigore, la Bossi - Fini – commenta lo stesso assessore Mosconi –, che non consente a chi esca dalla regolarità di rientrarvi, così come da dieci anni non regola però nemmeno i flussi e rimpatri, certamente complicando la gestione del fenomeno». Detto ciò è impossibile sapere quante delle persone certificate come “irreperibili” continuino a gravitare sul territorio. A fine anno alcune associazioni caritatevoli e di assistenza che in città danno sostegno ai senza fissa dimora avevano segnalato l’aumentare della presenza di richiedenti asilo usciti dai programmi di regolarizzazione, perché la loro richiesta era stata rigettata, fra coloro che da un giorno all’altro si ritrovano senza casa e mezzi di sussistenza. «Il dato 2016 non è ancora toccato da questo fenomeno, certamente potrebbe aumentare dal 20147 in poi – afferma Mosconi –. Resta il fatto che nel 2018 il saldo migratorio per Forlì è positivo, al contrario di quello naturale, dove sono ancora di più i decessi delle nascite». L.G.

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