Nei mosaici del Parco urbano il contributo di tanti cittadini

Rimini

FORLI'. Sotto il coordinamento dell’artista che lo realizzò nel 2010, Luigi Impieri, noto docente di arte del Liceo Classico “Morgagni”, alcuni studenti dell’istituto di viale Roma e altri provenienti dalla scuola professionale “Ruffilli” e dalla media “Benedetto Croce” stanno restaurando in questi giorni il mosaico trencadís (tecnica che impiega frammenti di ceramica insieme alla malta ndr) “Si-cura-mente” che colora il sottopasso di vicolo Oreste Casaglia, il tunnel di collegamento fra il centro storico, in particolare la zona dei musei San Domenico, e il Parco urbano “Agosto”.

Apporto collettivo

Oltre al lavoro dei ragazzi, a contribuire all’intervento di riqualificazione sono state soprattutto le decine di forlivesi che, nelle scorse settimane, hanno risposto all’appello dell’artista. «Invito chiunque – ha scritto Impieri sulla sua pagina facebook – abbia oggetti in ceramica o strumenti da lavoro inutilizzati a portarli per poter essere inseriti, contribuendo così, nel suo piccolo, a questa bella riqualificazione». Ecco che tazzine, monetine e manufatti vari sono arrivati nelle mani dell’artista, per dare anche a questi oggetti una seconda vita, così come accaduto al sottopasso, strappato al grigio e al degrado.

Storia e storie

«Sono state giornate emozionanti e piene di sorprese – commenta il maestro – sotto gli occhi degli studenti, e grazie a quanto raccolto, hanno preso vita due lucertole, fiori, farfalle e sei grandi pesci, che rappresentano i fiumi che attraversano la città, il Rabbi e il Montone. Fra le ceramiche che compongono l’opera ce n’è anche una che apparteneva all’assessore del Comune di Forlì, Katia Zattoni, scomparsa nel 2013. Ma tantissimi degli oggetti inseriti nel mosaico sono illuminati dalla storia di qualche persona. E ancora si può portare qualcosa qui al cantiere – invita Impieri – basta che sia materiale inorganico e non deteriorabile». L’intervento, infatti, proseguirà fino a fine mese, quando il nuovo mosaico sarà inaugurato ufficialmente.

L’arte che salva

«Il degrado stava prendendo il sopravvento anche qui – sospira il sindaco Davide Drei – lo abbiamo spazzato via. Anzi l’opera è stata ampliata anche su alcune superfici in origine non decorate, come il parapetto e le due scalinate. C’erano delle scritte e dei graffiti che sono stati coperti: quando l’opera sarà terminata, continueremo a rapportarci con le scuole richiedendo l’intervento dei ragazzi al minimo segnale di degrado. Questa è la stagione dell’arte a Forlì, questo vogliamo insegnare ai giovani: che la cura è il miglior antidoto contro l’incuria». Al progetto di riqualificazione hanno partecipato anche alcuni rifugiati e degli ospiti della Comunità Papa Giovanni XXIII di Forlì.

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