In attesa dei fondi rivoluzionata la differenziata nelle aziende

Forlì

FORLI'. «La politica ha ancora qualche paura, ma i cittadini forlivesi sono pronti e vogliono solo sapere cosa devono fare». L’amministratore unico di Alea Ambiente Paolo Contò, portate a casa maggiori garanzie dal Comune di Forlì per ripresentarsi alle banche a chiedere finanziamenti, ora attende l’esito del secondo bando che scade il 16 aprile. «Con maggiori garanzie ci sono state più manifestazioni di interesse da parte degli istituti bancari, mi fa essere ottimista. Ma poi bisogna concretizzare» non si sbilancia. Il numero uno di Alea dai 13 Comuni soci ha avuto mandato di reperire complessivamente 20 milioni di finanziamenti, i soldi necessari a far partire finalmente tutta l’operazione rifiuti “in house”, al primo giro non è andata bene ora si attende con una certa trepidazione l’esito del secondo bando.

Rivoluzione nelle aziende

Senza finanziamenti il progetto resta infatti in stallo, ma l’azienda vuole dimostrare che non sta con le mani in mano. Qualche operazione è già stata messa in campo, in particolare a seguito del primo confronto con il Tavolo delle associazioni imprenditoriali. «Abbiamo contattato 55 delle circa 250 aziende forlivesi grandi produttrici di rifiuti – spiega Contò –. Producevano settimanalmente 1.500 metri cubi di rifiuti, con una bassissima percentuale di differenziata. Le abbiamo dotate di cassonetti per separare carta, plastica, organico e indifferenziato, la raccolta del vetro resta in strada. Questo ha consentito di separare fin da subito 593 metri cubi dall’indifferenziato, che è calato del 40%. Di questi, riusciamo a inviare al riciclo ricavandone un incasso, 477 metri cubi. Puntiamo ad arrivare alla separazione di 1.000 metri cubi settimanali dall’indifferenziato complessivo che prima finiva direttamente all’inceneritore e rappresentava solo un costo». Contò sottolinea che la risposta delle aziende è stata immediata: «La sensibilità dimostrata è stata alta, la risposta veloce. Il patto si costruisce così, questo lo possiamo già fare con le risorse che abbiamo ora», e annuncia come nei prossimi due mesi la modalità si estenderà alle altre 200 imprese forlivesi. Non è questa l’unica azione intrapresa, sempre rispetto alle aziende Alea ha individuato un nucleo di 109 piccole e piccolissime imprese a Bertinoro: «Avevano ciascuna un unico cassonetto, le abbiamo dotate di cinque cassonetti per la differenziata, vetro compreso in questo caso. Prima il camion doveva fare il giro apposta per loro, ora, vista la separazione, riesce a inserire il passaggio in questa zona nel giro normale di raccolta, inoltre se prima tutto veniva inviato allo smaltimento, oggi a fronte di quello che era un costo di 100 euro riusciamo a recuperarne il 60% grazie al recupero di materiale di riciclo da valorizzare».

Centri di raccolta e tariffa

«Risparmiare insieme» è l’obiettivo generale, lo si ottiene smaltendo meno e riciclando di più e ponendo il ricavato «nella tasca comune di tutti i cittadini che è Alea». «Se metto un cassonetto in strada tutti ci butteranno dentro immondizia finché c’è posto, poi gireranno i camion a raccogliere. Ma più camion girano più si spende, meno camion girano più si risparmia» dice Contò. Il discorso dove vuole arrivare? A stimolare fin da ora a utilizzare gli ecocentri, o isole ecologiche, o centri di raccolta che dir si voglia. Sono 11 quelli passati da Hera ad Alea e verranno mantenuti, ma costano e alea intende pertanto metterli a frutto. «Mediamente un forlivese conferisce annualmente 35 kg all’eco centro, ma la potenzialità è molto maggiore. A Treviso siamo a tre volte tanto», afferma Contò. Come i cittadini useranno l’isola ecologica, quando sarà partito il porta a porta e ancor più quando subentrerà la tariffa puntuale, avrà un peso anche in bolletta. Anche perché la proposta di Alea ai Comuni, che sulla tariffa e le modalità hanno potere decisionale, sarà effettivamente quella di applicare un costo per la raccolta a domicilio di ramaglie, rifiuti elettrici ed elettronici, ingombranti. «La bolletta sarà determinata dalla quantità di rifiuto prodotto e anche dai servizi aggiuntivi che il cittadino richiederà a domicilio – spiega Contò –. Chi avrà la possibilità di smaltire con facilità queste tipologie di rifiuti in un eco centro recandosi di persona anziché chiamare Alea a ritirarli, abbasserà il costo in bolletta per sé, ma anche in generale quello del servizio. Non può succedere che così finiscano in strada più rifiuti? «C’è una fase emotiva per tutti i cambiamenti. Il tema dell’abbandono dei rifiuti è studiato e ormai è noto che non è la tariffa a determinarlo ma sono altri fattori, non ultimo il disagio di certe fette sociali. Però è provato, e i dati di Contarina lo dimostrano, che quando il cittadino capisce che gestire bene il proprio cassonetto porta un beneficio, e costa meno, ne è più responsabile, e anche la quota di abbandoni cala».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui