Fallimento Fulgor Libertas, anche la nuova società parte civile

Basket

FORLI'. Il 2 maggio si deciderà il futuro di Massimiliano Boccio, della moglie Mirela Mihaela Chirisi e altri due indagati per il fallimento della Fulgor Libertas Basket Forlì. Ieri mattina si è aperta l’udienza preliminare dopo la richiesta di rinvio a giudizio del sostituto procuratore Federica Messina. Per gli ex amministratori della gloriosa squadra cittadina, difesi dall’avvocato Manlio Guidazzi di Bologna, le ipotesi di reato sono pesanti: truffa aggravata, aumento fittizio di capitale, insolvenza fraudolenta, false comunicazioni sociali e falsa perizia in concorso. Per Flavio Casagrande, di Vittoro Veneto, ma residente a Londra, difeso dall’avvocato Giovanni Principato, l’accusa è riferita all’aumento ritenuto fittizio del capitale di Safla spa di cui era amministratore unico e sulla quale Boccio e Chirisi avrebbero emesso fatture per operazioni inesistenti. Per Antonio La Mura, residente a Conegliano Veneto, difeso dall’avvocato Narciso Ghirardi, l’accusa è di falsa perizia sul conferimento di azioni del Gruppo Industriale Chirisi-Boccio nella Fulgor Libertas.

Prime schermaglie

Ieri davanti al giudice per le udienze preliminari Monica Galassi (nessuno degli imputati era in aula) sono iniziate le prime schermaglie legali, tra richiesta di non competenza territoriale per i Casagrande e La Mura, che avrebbero commesso i loro eventuali reati non a Forlì. Depositata anche la richiesta di costituzione di parte civile sia da parte dei due rappresentanti scelti tra quelli del Comitato Tutela Abbonati Fulgor Libertas, tutelati in aula dall’avvocato Andrea Romagnoli, sia da altri 4 tifosi, difesi dall’avvocato Vittorio Manes. Ma anche la nuova società cestistica, attraverso il legale Marco Bressanello, ha presentato domanda. Per tutti loro bisognerà attendere il 2 maggio quando il gup si pronuncerà su eccezioni e richieste.

La vicenda

Rischia di finire a processo l’ultimo capitolo della vecchia società di basket della Fulgor Libertas e i suoi ultimi amministratori. Massimiliano Boccio e Mirela Mihaela Chirisi nell’estate del 2014 acquisirono la prima società cestistica cittadina militante nel campionato di serie A2 facendola fallire a inizio gennaio 2015 quando, sommersa dai mancati pagamenti ad atleti, membri dello staff, fornitori e organismi federali, ne venne decretata l’esclusione dal torneo. Un brutto colpo per la città e i suoi tifosi che avevano subito alzato la voce chiedendo di vedere tutelati i propri diritti. Dopo il fallimento decretato dal Tribunale nell’aprile del 2015, era partita l’inchiesta della Procura, che aveva portato alla luce elementi che, secondo l’ipotesi di accusa, avevano evidenziato le irregolarità della gestione Boccio-Chirisi. Adesso il pallino è nelle mani del giudice che il 2 maggio dovrebbe dire se per Boccio, la moglie e gli altri due indagati ci sarà un processo.

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