Livia Tellus, ecco gli episodi contestati. Tutte le accuse a Drei, Marzocchi e Severi

Forlì

FORLÌ. La Procura di Forlì cala le sue carte sulla vicenda Livia Tellus e l’inchiesta sui compensi degli amministratori della società partecipata. Un’indagine di Carabinieri e Guardia di Finanza che vede indagati, con l’ipotesi di accusa di abuso d’ufficio e falso ideologico in concorso, il sindaco di Forlì Davide Drei; il direttore generale del Comune Vittorio Severi e Gianfranco Marzocchi, presidente del consiglio di amministrazione della holding.

La Procura, come riportato dal “Corriere”, ha notificato nei giorni scorsi ai tre indagati l’avviso di conclusione delle indagini. Il fascicolo è firmato dai sostituti procuratori Laura Brunelli e Francesca Rago, con la supervisione del Procuratore reggente Filippo Santangelo. Atto che ha così permesso agli accusati di conoscere esattamente cosa viene contestato loro e le condotte ritenute illecite.

Le ipotesi

In ordine temporale ai tre indagati è contestato l’abuso ideologico in concorso per il parere favorevole sulla regolarità tecnica della delibera con la quale nella giunta comunale del 27 gennaio 2015 si proponeva l’indennità di risultato a favore di Marzocchi sia per il 2014 sia per il 2015, in questo caso andando contro quanto previsto dalla legge 296/2006 che dà questa facoltà solo in presenza di utili accertati, e contro i principi previsti per la pubblica amministrazione sulle indennità di risultato. Un parere tecnico che avrebbe portato gli assessori ad approvare una delibera illegittima. Proprio da quella giunta comunale nasce un altro episodio contestato ai tre: vale a dire il fatto di aver attestato all’assemblea dei soci del 29 gennaio 2015 che la giunta avrebbe autorizzato a riconoscere un’indennità di risultato per Marzocchi di 16mila euro, con pagamenti mensili. Secondo la Procura in quella giunta si sarebbe parlato di pagamenti semestrali dopo la verifica del budget del semestre e sulla comunicazione dei dividendi da iscrivere a bilancio. Il reato di falsità ideologica per Drei, Severi e Marzocchi viene contestato anche in relazione ad un altro parere favorevole di regolarità tecnica, quello presentato alla giunta comunale del 21 luglio 2015 nella quale si riconosceva a Marzocchi un compenso di 30mila euro annui e una indennità di risultato di 16mila euro: un parere che attestava falsamente - secondo l’accusa - la conformità con le leggi vigenti (anche quella che stabiliva che la remunerazione non può superare l’80 per cento del costo complessivamente sostenuto nel corso del 2013). Anche in questo caso la giunta sarebbe stata spinta ad approvare una delibera illegittima.

Ingiusto vantaggio

I tre accusati devono rispondere, poi, di abuso d’ufficio per aver predisposto un presunto ingiusto vantaggio patrimoniale a favore di Marzocchi sia negli atti compiuti a gennaio, ma anche nell’assemblea dei soci del 15 aprile 2015, modificando la delibera del 29 gennaio dando valore di retroattività all’indennità di risultato per Marzocchi, procurando un danno a Livia Tellus e quindi allo stesso Comune, socio della partecipata, pari a circa 6.600 euro. Altro abuso d’ufficio contestato a tutti e tre è quello ipotizzato il 24 luglio 2015 quando è stata elaborata la proposta di conferma per Marzocchi in qualità di presidente, aumentando il compenso a 30mila euro annui, oltre a un’indennità di risultato di 16mila euro sull’esercizio in corso in quell’anno. Il 20 luglio, in sede di coordinamento dei soci, Drei propose l’aumento presentando anche il parere di regolarità sulla normativa vigente, apposto da Severi il 16 di quel mese, inducendo in errore gli altri partecipanti all’incontro violando invece, secondo la Procura, i principi sui compensi degli amministratori, provocando un vantaggio patrimoniale per Marzocchi di 33.100 euro per il 2015 e 34.600 per il 2016 (invece dell’importo di 8mila euro per ciascun anno).

La Corte dei conti

Drei deve rispondere anche della falsità ideologica per aver inviato alla Procura regionale della Corte dei Conti una segnalazione sull’indennità di risultato a favore di Marzocchi deliberata dall’assemblea dei soci il 29 gennaio 2015, che sarebbe stata autorizzata dagli organi comunali, cosa non corrispondente - sempre secondo l’accusa - a quanto sarebbe emerso dalla giunta. A Vittorio Severi, infine, viene contestata anche la falsità ideologica per due episodi di gennaio e luglio quando - ipotizzano i pm nelle loro indagini - avrebbe indotto in errore il segretario comunale Lia Piraccini determinandola ad attestare falsamente che le proposte di delibera, sia a gennaio sia a luglio, seguivano criteri di regolarità amministrativa.

I tempi

Con l’avviso di fine indagini sono partiti i 20 giorni di tempo previsti dal Codice nei quali gli accusati possono svolgere attività difensiva, chiedere di essere interrogati, chiedere nuove indagini o presentare una memoria difensiva. Poi la palla passerà al Gip che valuterà le richieste che saranno formulate della Procura di Forlì.

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