L'inceneritore ha bruciato già il massimo nel corso del 2017

Rimini

FORLI'. Il fatto è che indipendentemente da quanti rifiuti producano i forlivesi, l’inceneritore potrà sempre bruciarne 120mila tonnellate all’anno. Almeno fino al 2020. Questo è quanto stabilito dal Piano rifiuti regionale in vigore e dal provvedimento che qualche anno fa potenziò la portata dell’impianto di termovalorizzazione forlivese, salvo poi concordare con l’amministrazione locale, a gennaio 2016, che fino alla stessa data non sarebbero arrivati rifiuti da fuori regione. Ma da fuori provincia sì.
Quanto brucia l’inceneritore
Fissata la capienza massima in 120mila tonnellate annue, ogni anno si è arrivati vicino a quella cifra. Secondo i dati forniti da Hera e validati da Arpae, nel 2017 sono state conferite all’inceneritore di Forlì 119.950 tonnellate di rifiuti urbani e speciali, tutti non pericolosi. Erano state 119.703 tonnellate nel 2016, 119.369 nel 2015 e 119.872 nel 2014. La prevalenza dei rifiuti in ingresso al termovalorizzatore (quantificato nel 55%) è di origine urbana e proveniente dalla raccolta svolta nel territorio provinciale. Mentre poi fino al 2016 almeno 70mila tonnellate venivano preselezionate nell’attiguo impianto, dall’anno scorso, secondo indicazioni della Regione, i rifiuti indifferenziati vengono invece avviati direttamente all’incenerimento senza transitare dall’impianto che da un anno giace inattivo.
Energia prodotta
Con quel quantitativo di rifiuti conferiti, l’anno scorso sono stati prodotti 74.526 GWh di energia elettrica, informa Hera, e mediamente l’impianto produce quattro volte quello che consuma. Nel 2016 il nuovo assetto impiantistico aveva consentito di cedere alla rete esterna 63.248 MWh a fronte dei 60.767 MWh ceduti nel 2015. «Considerando che il fabbisogno di elettricità domestico medio, in un anno, è pari a 1.105,5 kWh/abitante nel territorio di Forlì, risulta che il sistema considerato è in grado di garantire la copertura di un bacino di utenza di circa 57.212 cittadini, a fronte dei circa 55.000 nel 2015» scrive Herambiente nel dichiarazione ambientale sull’impianto aggiornata all’anno scorso.
I commenti
Il conferimento extra deciso dalla Regione per andare in soccorso alla discarica bloccata non dovrebbe dunque andare oltre la cifra delle 120mila tonnellate annue. Ma la decisione regionale è bastata a scatenare una molteplicità di reazioni politiche ancora una volta critiche rispetto alle politiche sui rifiuti della Regione stessa. «Bonaccini e la sua giunta fanno pagare ai cittadini di Bologna e Forlì il prezzo della loro totale incompetenza certificata dalla sentenza del Tar sul progetto di sopraelevazione della discarica Tre Monti di Imola», ha commentato il gruppo regionale del Movimento 5 Stelle. «Dilettanti allo sbaraglio – aggiunge il segretario della Lega nord romagnola Jacopo Morrone –. È evidente che il Piano regionale di gestione dei rifiuti è carta straccia e che l’obiettivo di un progressivo spegnimento degli inceneritori emiliano romagnoli corre su un binario opposto rispetto ai provvedimenti adottati sul campo. Chi, come e per quanto tempo si accollerà i costi e le ricadute dello smaltimento dei rifiuti indifferenziati conferiti e smaltiti fino a ieri nell’impianto imolese?».
LAURA GIORGI

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui