Sipario su 55 anni di storia e dialetto. Si scioglie il "Cinecircolo del Gallo"
Commozione
Visibilmente commosso, il popolare “Tugnaz” non ha aggiunto altro, limitandosi a dare appuntamento al venerdì successivo con l’ultima rappresentazione della celeberrima “Mèti La Quêrta”, tre atti di Alfredo Pitteri.
«E’ semplicemente una presa d’atto del tempo che passa – dichiara telefonicamente Laura Sansovini, co-protagonista di 55 anni di esibizioni nel Cinecircolo – ma anche del fatto che non ci sono più le forze per portare avanti un’attività così impegnativa». Mancano attori, tecnici e costumisti, o più semplicemente chi abbia voglia di recitare nella lingua dei padri. «Due giovani attori ci sarebbero – conclude mestamente Sansovini – ma non bastano a rimpiazzare tutti (attualmente recitano in nove) e il nostro tempo è finito».
Ultima apparizione
La sera del 12 gennaio, Tugnaz e C. metteranno in scena solo le parti più comiche di “Mèti La Quêrta”, lasciando a Giampiero Pizzol e al suo cast attori il compito di concludere la serata con lo spettacolo di teatro-cabaret “Romagna Solatia”. Il Cinecircolo del Gallo di Forlì giunge all’ultimo atto forte degli oltre 30 testi teatrali rappresentati e di almeno 2.400 esibizioni messe in scena (solo “Mèti La Quêrta” ha collezionato 300 repliche) dai vari Aurelio Angelucci, Laura Sansovini, Walter Rabiti e Bruno Casalboni, giusto per citare alcuni mostri sacri del gruppo. «Siamo nati in pieno boom economico – ricorda “Tugnaz” – per portare la tradizione romagnola laddove non esistevano sale cinematografiche o riverberi televisivi». Nel marzo 2003, in occasione del cinquantennio della Compagnia, è stata presentata la pubblicazione “50 anni, sl’è nota us’ farà de’”. In copertina il cast del Cinecircolo, immortalato in una delle tante repliche di “E parsot de Signor” di Giovanni Spagnoli, una delle commedie più riuscite. Dietro a personaggi come “Strufazz”, lo straccivendolo, Anteo e Aurora, Gigliola e Aldo, il sacrestano Erminio e la perpetua Argia, si nascondono uomini e donne che hanno fatto la storia della finzione dialettale forlivese.