Ricordi, commozione, aneddoti. «De Carolis, un uomo libero»

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FORLI'. «Sei sempre stato un uomo libero». Una delle frasi che ieri hanno voluto ricordare Stelio De Carolis, l’ex senatore ucciso in un incidente stradale a Meldola il 22 dicembre. Una delle tante, insieme a ricordi, testimonianze, aneddoti di chi ha collaborato, discusso, vissuto con De Carolis. Sia all’ospedale “Morgagni Pierantoni” per il momento laico, sia alla chiesa di san Nicolò a Meldola per la funzione religiosa, sono state centinaia le persone che hanno voluto testimoniare la vicinanza alla famiglia e agli amici del politico del Partito Repubblicano.

I sindaci

«Un punto di riferimento – ha esordito il sindaco di Forlì Davide Drei –. Non ha mai fatto mancare l’appoggio al territorio. Ci teneva tanto anche al suo ultimo incarico di vicepresidente della casa di riposo “Zangheri”. Ci eravamo fatti gli auguri con un abbraccio di stima e affetto». Anche il primo cittadino di Meldola, Gianluca Zattini, ha voluto dare il suo ricordo personale del concittadino De Carolis: «Un meldolese doc, ha contribuito alla crescita della città. Ci incontravamo spesso in piazza a parlare dei problemi e delle cose da fare. Avevamo parlato di come celebrare i 200 anni dalla nascita di Felice Orsini. Faremo tante cose per tenere vivo il suo ricordo». Un altro sindaco ha poi preso la parola, Maurizio Padovano, primo cittadino di Fumone, località in provincia di Frosinone da cui proveniva De Carolis. «Porto il cordoglio del mio paese – ha detto –. Lo conobbi a casa di mio padre, parlavano dei tempi della guerra. Era rimasto legato alle sue origini. Ricordo la sua battaglia per ripristinare la festa della Repubblica».

Il grande impegno

Il soprano Wilma Vernocchi, presidente del Cda della casa di riposo “Zangheri”, ricorda come De Carolis, nominato vicepresidente, fugò presto i dubbi di chi non vedeva un politico in quel ruolo: «È stata una collaborazione preziosa per la trasformazione della casa di riposo, aveva un’intelligenza non comune. Mancherà anche agli ospiti». Ha poi preso la parola il vicesindaco di Ravenna Eugenio Fusignati: «Se ne va un pezzo di storia politica. È stato un maestro per tanti di noi. Capiva le cose prima degli altri, metteva i cittadini davanti a tutti. Rientrato nel Pri aveva scelto la mia sezione di Ravenna perchè diceva che avesse tenuto vivi gli spiriti repubblicani. Mi disse che voleva morire con la tessera del Pri in tasca». Ildo Cappelli, ex vicesindaco di Forlì, ha ricordato le battaglie che hanno visto Stelio De Carolis in prima fila, dalla difesa del progetto Ridracoli con Zanniboni, all’interessamento con l’allora rettore Roversi Monaco per l’Università a Forlì quando difese la nomina di Leonardo Melandri. Mi mancherà la sua risata con la quale sapeva stemperare anche le tensioni». Francesco Nucara, del Pri, ha ricordato la capacità di De Carolis di parlare nei corridoi della Camera «prima con D’Alema e poi con Andreotti, una duttilità importante. Era un uomo libero, come chi lascia il suo partito per seguire le sue idee». Presenti anche i parlamentari Bruno Molea, Marco Di Maio, Veronica Zanetti, Gianluca Pini, il presidente della Fondazione Roberto Pinza. Stretti alla famiglia, la moglie Vittoria, i figli Lucia, Antonio e Michele.

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