La Fondazione ha cedutole quote residue di Cariromagna

Rimini

FORLI'. La Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì cede a Intesa San Paolo la residua parte delle quote detenuta in Cariromagna (23.038.499 azioni ordinarie che rappresentano il 10,74% del capitale sociale) incassando in questo modo 46 milioni 76mila 998 euro. L’accordo siglato ieri, infatti, ha assegnato ad ogni azione il valore di 2 euro, somma alla quale anche i piccoli azionisti, pari al 5 per cento del capitale, potranno vendere quanto in loro possesso. Da ricordare che le azioni erano iscritte a libro contabile della Fondazione Carisp a 0,98 centesimi di valore.

Le condizioni

«Gli effetti del contratto – ricorda una nota dell’istituto – sono legati all’autorizzazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze». Perfezionato quest’ultimo passaggio le parti procederanno all’esecuzione della cessione e Intesa Sanpaolo diventerà titolare del 95% circa del capitale sociale della Cassa.

La fusione

Sempre ieri il cda di Cariromagna ha approvato il progetto di fusione per incorporazione in Intesa Sanpaolo, che le permetterà comunque di mantenere le proprie insegne sul territorio. L’iter si completerà nel secondo semestre 2018, dopo l’autorizzazione delle autorità di vigilanza, e riconosce ai soci di minoranza il diritto di vendere a Intesa Sanpaolo le azioni da essi detenute al prezzo di 2 euro per le ordinarie e 2,12 per le ordinarie con privilegio di rendimento.

Soddisfazione

«La cessione è un passaggio molto positivo – ricorda Roberto Pinza, presidente della Fondazione –. Segna il coronamento di un percorso di diversi anni di rafforzamento patrimoniale dell’ente, al primo posto in Italia per la percentuale di erogazioni per abitante, rafforzandone il capitale, e al contempo consente ai quasi 4.500 azionisti privati della Cassa che lo vorranno, di liquidare il proprio investimento accedendo alle medesime condizioni economiche riservate alla Fondazione».

L’accordo si inquadra per Intesa Sanpaolo nel piano di impresa 2014-2017, all’interno del quale c’è anche la fusione per incorporazione di Cariromagna già ricordata. Fondazione e Gruppo bancario ricordano di «aver individuato i principi alla base della futura collaborazione, con particolare riferimento alla promozione di iniziative in specifici settori, tra gli altri riconducibili ad attività e beni culturali, ricerca scientifica e tecnologica, arte, salute pubblica, filantropia e beneficenza». Sulla fusione, poi, Intesa San Paolo ricorda che questa è finalizzata «a conseguire una semplificazione e razionalizzazione della struttura organizzativa e dell’articolazione societaria del Gruppo bancario nonché una ottimizzazione e valorizzazione delle risorse ed una riduzione dei costi operativi». Questa era subordinata all’acquisizione, da parte di Intesa Sanpaolo, di una partecipazione superiore al 90% avvenuta con l’acquisto della quota della Fondazione.

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