Centro studi nell'ex Casa del fascio. La Regione: «Attenzione ai simboli»

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FORLI'. «Domani (oggi ndr) non sarò presente alla presentazione del progetto per il recupero della ex Casa del fascio di Predappio e della mostra che ne illustrerà le linee fondamentali. Purtroppo gli organizzatori non si sono premurati di concordare per tempo con la Regione tempi e modi dell'iniziativa e questo mi impedirà di prendervi parte».

La sorpresa

Intervento un po’ a sorpresa, quello di ieri, dell’assessore regionale alla cultura Massimo Mezzetti, alla vigilia della presentazione del progetto di recupero dell’edificio di Predappio che sarà ospitata, con la relativa mostra di pannelli, all’interno della casa Natale del duce. «Quello su cui si sta lavorando è un progetto coraggioso perché incrocia temi politici e culturali riguardo ai quali bisogna avere una cura molto particolare. L'ho ripetuto più volte – sottolinea Mezzetti – sono convinto che la parte espositiva multimediale deve essere il supporto e non il cuore del progetto, come al contrario oggi sembra ancora essere. Inoltre, bisogna fare molta attenzione al percorso in cui i simboli sono sostanza. Per questo ho molte riserve sul luogo scelto per l'esposizione del progetto. Non doveva essere la casa natale di Mussolini ad ospitare la mostra perché la scelta si presta a molti equivoci e le reazioni negative di queste ore, come quella dell'Anpi nazionale, stanno a dimostrare quanta accortezza richiede questo percorso».

«Fino ad oggi – conclude l’assessore – la Regione ha accompagnato il cammino dell'amministrazione di Predappio ed è disposta a farlo in futuro a condizione che si tenga conto di queste valutazioni e si consideri il progetto una proposta ancora aperta al contributo di quanti vorranno arricchirla, a partire dai soggetti culturali e associativi più direttamente coinvolti e interessati».

La replica

«Sono 18 anni che si fanno le mostre in quello che è l’unico luogo espositivo che il Comune ha a disposizione: la casa natale di Mussolini. Dove altro dovrei andare? La prima fu curata nel 1999 da Roberto Balzani, ex sindaco di Forlì e docente di storia all’Università di Bologna, e riguardava le cartoline della Romagna nella terra del duce». Piccata la risposta a Mezzetti. «Interventi come quello dell’assessore dimostrano che non si è interessato o non conosce Predappio. L’isolamento e il pregiudizio di cui soffriamo da sempre sono proprio in queste frasi. In realtà se ci sono ancora giovani che si affrontano nelle piazze e perché abbiamo perso tempo negli ultimi trent’anni, non facendo nulla dal punto di vista culturale. E adesso che voglio fare un centro studi di respiro internazionale, perché la cultura è l’unico antidoto alle aberrazioni politiche, mi attaccano».

Vedute analoghe

Contenuto del nuovo polo all’interno dell’ex Casa del fascio su cui, però, Frassineti ritrova la sintonia con Mezzetti. «Il nucleo del progetto – conferma, infatti, l’assessore – deve essere esplicitamente un Centro di studio e di ricerca di carattere internazionale sui fascismi e i totalitarismi. Un luogo in cui studenti e ricercatori da tutta Europa possano ritrovarsi nel punto da cui simbolicamente tutto ebbe inizio per studiare le radici dell'aberrazione e ricercare gli antidoti».

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