Cinema Apollo, eliminato il vincolo. La proprietà ora può trasformarlo

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FORLI'. Il 27 novembre scorso la modifica che avrebbe potuto chiudere definitivamente il sipario sul cinema Apollo è stata illustrata dettagliatamente ai consiglieri comunali. Non è nata alcuna battaglia. Martedì, al momento del voto dell’aula sul nuovo Rue che fra le molte altre cose accoglieva anche la richiesta della proprietà dell’ex cinema di svincolarsi da quell’unica destinazione d’uso, solo il Movimento 5 Stelle ha rimarcato il passaggio, uscendo dall’aula per non votare l’intero provvedimento, «lasciando alla maggioranza la responsabilità di questa adozione». E la maggioranza ha votato il nuovo Rue con 18 voti a favore, di Pd ed entrambe le liste civiche; nelle fila dell’opposizione solo sette astenuti, eccetto i Cinque stelle che, appunto, non hanno votato. Il giorno dopo, a cose fatte, è scoppiato il caso.

La polemica dei Verdi

A sollevarlo è stato il verde Sauro Turroni, indignato per la scelta. «Addio Cinema Apollo il consiglio comunale ha approvato la possibilità di trasformarlo in centro commerciale, residenza e tutto il resto previsto dall'art. 29 del RUE. Hanno spudoratamente affermato che si tratterebbe di “salvaguardia e riqualificazione del patrimonio esistente”. Si potranno scavare anche i parcheggi sotterranei. Evviva ! Considero ignobile cancellare in nome del cemento un pezzo di storia di questa città». Così ha tuonato dai social network l’ex parlamentare ambientalista forlivese. La fine era comunque già annunciata da tempo. Lo scorso 30 marzo era scaduto il permesso di utilizzo come sala da parte dei vigili del fuoco, la proprietà non l’aveva rinnovata; e proprio in quegli ultimi giorni di apertura aveva ospitato un evento fotografico intitolato “The last Apollo”, poi aveva chiuso. Le petizioni e le mobilitazioni nostalgiche via social di molti cittadini non avevano sortito alcun effetto pratico. Un tentativo di permuta con il Comune (l’Apollo in cambio della ex palazzina dei vigili in Corso della Repubblica, molto più grande) era naufragato.

La richiesta della proprietà

Approfittando dell’iter in corso per l’aggiornamento del regolamento edilizio, approvato definitivamente mercoledì in aula, la proprietà aveva poi chiesto l’eliminazione del vincolo che destinava quell’edificio all’esclusivo utilizzo di cinema e teatro. Richiesta accolta dall’amministrazione comunale e avvallata dal voto maggioritario in consiglio comunale. In commissione era stato spiegato che pur avendo l’edificio più di settant’anni (a breve sarebbero stati cento tondi) essendo privato non vigeva alcun vincolo sull’utilizzo, mentre non esiste alcun vincolo architettonico da parte della Soprintendenza.

La scelta del Comune

Morale: «La richiesta non poteva non essere accolta – ha ribadito ieri interpellata in merito l’assessora all’urbanistica Francesca Gardini –. Quanto all’iter, tutto è stato fatto in assoluta trasparenza, ci sono state due commissioni, osservazioni, controdeduzioni, domande, il voto in consiglio comunale. Si è trattato di attualizzare semplicemente una destinazione d’uso su richiesta di un privato, dal momento che l’utilizzo originario è venuto da tempo a decadere, ovvero abbiamo riconosciuto che non è più un cinema come di fatto è. Ma nell’accogliere l’osservazione ci siamo premurati di porre restrizioni : si potranno effettuare solo ristrutturazioni conservative, che non mutino l’aspetto originario della struttura internamente ed esternamente». Che tale resti nell’aspetto, il cinema ormai “ex Apollo” potrà però diventare qualsiasi cosa, essendo stato ampliata la destinazione d’uso a tutte le tipologie di servizio praticabili in centro storico: residenza, pubblico esercizio, commercio al dettaglio e medio, terziario, laboratori artigianali, ricettività turistica. Destinazioni che non escludono quella originaria, volendo potrebbe continuare ad essere un cinema teatro. Cosa a cui sembra aver rinunciato ormai da tempo la proprietà attuale. «Sul futuro decideranno i miei figli ho dato a loro la delega notarile – commenta Maurizio Lombardi, proprietario –. Per il momento non abbiamo acquirenti alla porta né progetti particolari, vedremo. In città solo tante chiacchiere».

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