È morto Alberto Vignatelli, l'imprenditore diventato re del lusso

Rimini

FORLI'. L’imprenditore forlivese Roberto Vignatelli è morto lunedì sera, per un malore probabilmente di natura cardiaca, all’età di 75 anni. I funerali del vulcanico patron del Gruppo “Luxury Living”, detentore di alcuni dei più prestigiosi marchi a livello mondiale nell’ambito dell’arredamento e degli interni, si svolgeranno domani mattina con partenza alle 10.45 dalla camera mortuaria dell’ospedale “Morgagni-Pierantoni” alla volta della basilica di San Mercuriale. Al termine della funzione religiosa il feretro sarà tumulato nel cimitero monumentale di via Ravegnana.

Precursore

«Perdo un caro amico – lo ricorda l’avvocato Roberto Pinza – che ha plasmato tutta la vita imprenditoriale all’insegna della genialità e dell’inventiva. Alberto ha intuito, molto prima degli altri, che il lusso, la qualità assoluta dei prodotti e il loro pregio potessero essere un ambito nel quale entrare e, grazie alle sue enormi capacità, diventare un leader mondiale».

Una progressione, infatti, che ha visto l’imprenditore, nato a San Daniele del Friuli il 22 settembre 1942, cimentarsi in vari ambiti legati all’arredamento fino a dar vita al Gruppo “Luxury Living”, con un fatturato di 120 milioni e sedi sparse nelle capitali di tutto il mondo, nel quale convivono marchi come Fendi Casa (da 30 anni ndr), Trussardi Casa e Bentley Home, di cui Vignatelli aveva l’esclusiva.

«Era molto attaccato a Forlì – prosegue Pinza – basti pensare al recupero di Palazzo Mangelli in corso Diaz, trasformato nella sede del Gruppo e meta di clienti da ogni parte del mondo. Con lui ci confrontavamo spesso su ciò che si poteva fare a beneficio della città che, secondo me, non ha capito fino in fondo di avere un personaggio così importante. Ma sono convinto che i figli Raffaella e Daniele sapranno raccoglierne al meglio l’eredità».

«Lavoratore infaticabile, accentratore e geniale» gli fa eco Domenico Pirazzoli che, dopo l’esperienza alla Ferretti, affiancò per un paio d’anni Vignatelli come consulente della comunicazione. «Era impossibile stargli dietro – prosegue – troppe idee si rincorrevano in continuazione. Ha fatto cose straordinarie, basti pensare al recupero di Palazzo Mangelli che ora, senza di lui, sarebbe ancora vuoto. Ma di lui ricordo la capacità di reinventarsi, anche superando grandi ostacoli, mettendoci sempre una immaginazione e una sorta di preveggenza straordinarie. Fuori da Forlì era noto negli ambienti più esclusivi». Dai salotti, alla gommapiuma e alle prime macchine termosaldatrici, fino alla commessa per i sedili di tutte le Fiat e al rapporto con Umberto Agnelli, per poi approdare alla famiglia Fendi, ottenendo di poterne spendere il marchio per esclusivi prodotti di arredo. Prima con Club House Italia e poi con “Luxury Living”, acquisendo altre prestigiose firme. Prodotti realizzati a Forlì nei laboratori che danno lavoro a 300 dipendenti e, attraverso l’indotto, a oltre 700 persone tra artigiani e fornitori.

Cordoglio cittadino

Al lutto per la scomparsa si associano il sindaco Davide Drei e i deputati Marco Di Maio e Bruno Molea, che lo definiscono «esempio di successo del “Made in Italy” nel mondo».

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