Vandali nel chiostro, l'abate: «Chiudiamolo di notte»

Rimini

FORLI'. «Il chiostro di San Mercuriale è bene che rimanga aperto perché potenziale luogo d’incontro, ma di notte si può chiudere». Il parroco-abate don Enrico Casadio comincia a fare i conti con la difficoltà di preservare il monumento da vandalismi e imbrattamenti. Gli ultimi gesti ostili denunciati alle forze dell’ordine, risalgono a quest’estate.

Stillicidio

Ai primi di settembre, un piccolo incendio appiccato nottetempo a fogli di giornale, ha danneggiato il quadrante inferiore della porta lignea di accesso diretto alla basilica. «Rimango convinto si sia trattato di una bravata – dichiara il sacerdote, parroco dell’unità pastorale San Mercuriale-Santa Lucia dal 2011 – tant’è vero che la mattina seguente non abbiamo trovato segni di effrazione». Alcuni giorni dopo, don Enrico ha riscontrato un nuovo “raid” nel chiostro, questa volta sul fronte opposto: qualcuno ha tentato di forzare la porta che dà alla saletta teatro di mostre ed eventi culturali. Anche se il portone è stato quasi divelto, i malviventi non sono riusciti a penetrare. «Episodi che non fanno piacere – precisa il parroco – trattandosi di un luogo patrimonio di tutti, ma resto convinto della necessità di insistere sulla sua funzione sociale».

Crocevia di incontri

Non sono pochi i giovani, soprattutto universitari, che s’incontrano nel chiostro nelle ore pomeridiane. Alcuni di loro dimostrano di conoscere don Enrico, tanto da salutarlo con ampi cenni o addirittura fermarsi a parlare con lui. Altri ragazzi siedono sulle banchine (non potrebbero farlo ndr) ascoltando musica in smartphone o leggendo un libro, «tutti in attesa di un coinvolgimento o di una parola da altri giovani». Don Casadio riconosce la maggiore attenzione di Comune e forze dell'ordine in sede di prevenzione, ma «è il momento delle proposte». Con il Comune e altre realtà locali, la comunità cristiana di San Mercuriale e del centro storico, coordinata dallo stesso don Enrico, sta cercando di condividere un progetto per la sicurezza e rivitalizzazione del luogo. «Mi piacerebbe investire sugli educatori di strada, che stiano coi giovani per ascoltare i loro sogni e indicare loro percorsi di vita e di impegno, non ultimo prendersi cura proprio del chiostro come casa comune e luogo dove si costruisce la comunità».

Progetto già visto

Detto questo, don Enrico si dichiara favorevole alla chiusura del chiostro nottetempo, magari con una cancellata artistica. Il primo tentativo in tal senso risale agli anni ’50 quando era parroco don Bruno Bazzoli: il bel progetto di Sergio Selli fu vanificato dal consiglio comunale nell’infuocata seduta del 9 marzo 1959. Nell’agosto 1999, sull’onda emotiva della deturpazione del pozzo seicentesco posto al centro del chiostro, il Rotary Club Forlì ripropose il progetto di chiusura con cancellate artistiche già offerto alla città nel 1991, ma anche quella volta ci fu il nulla di fatto.

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