Tangente per un appalto in Sardegna, arrestato forlivese

Rimini

FORLÌ. Tangente pagata per vincere un appalto in Sardegna. Con l’accusa di corruzione sono finite agli arresti domiciliari 5 persone, tra le quali Luigi Betti, 61 anni, nato a Galeata ma residente a Forlì, ex dirigente della cooperativa Ceif, attualmente in liquidazione. Con lui la Guardia di Finanza di Cagliari ha arrestato Davide Galantuomo, 56 anni, ex presidente dell’Ente acque Sardegna che avrebbe intascato una parte della tangente (ed ex sindaco di Quartu Sant'Elena); Gianni Lolli, 64 anni di Modena, dirigente del consorzio che si aggiudicò l'appalto; Salvatore Paolo Pinna, 54 anni, e l’ex calciatore Renato Copparoni, 64 anni, che è stato il portiere di Cagliari, Torino e Verona.

Nel mirino delle indagini un appalto da 9,5 milioni di euro per la progettazione e l’esecuzione di un impianto di produzione di energia rinnovabile solare in un’area industriale in provincia di Nuoro, per il quale sarebbe stata pagata una tangente da 90mila euro. I fatti risalgono al 2014 e 2015. L’operazione, condotta dal personale dei nuclei di polizia tributaria di Cagliari ed Oristano, ha consentito di accertare che, in relazione alla procedura di gara (la cui «turbativa – si legge nell’ordinanza del Gip – può essere desunta dalle modalità di indizione del bando di gara e dagli incontri tra gli indagati»), «è stata provata in modo certo la corresponsione di una tangente di 89mila euro, destinata all’ex amministratore unico dell’ente pubblico sardo, a titolo di compenso per il buon esito dell’affare illecito».

Le attività investigative, operate anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche nonché l’acquisizione di documenti e di dichiarazioni rese da testimoni, hanno fatto emergere che il pagamento della prima tranche della tangente, a fronte della promessa di una somma di 135mila euro, sarebbe stata spartita tra il citato ex amministratore pubblico, un professionista – prestatosi a fatturare una fittizia prestazione professionale nei confronti della società cooperativa, per giustificare l’illecito passaggio di denaro – ed un intermediario, che ha ricoperto un ruolo determinante all’interno del sodalizio criminoso, in quanto è risultato essere il trait d’union tra il dirigente del consorzio e l’amministratore della società consorziata, necessario per far poi veicolare la tangente. Il forlivese al momento dell’arresto si trovava a Cagliari per motivi di lavoro, ovviamente non più legati alla Ceif, visto che la cooperativa è in fase di liquidazione.

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