Lupa investita e uccisa in pieno giorno

Rimini

BERTINORO. Un lupa di 4 anni è stata investita e uccisa da un’auto ieri attorno alle 8 sulla Strada provinciale 37 in località “Due Palazzi”, poco prima della rotonda che porta a Fratta Terme. L’esemplare, bello e apparentemente in buona salute, tra i 20 e 30 chili di peso, non ha avuto scampo rimanendo in mezzo alla carreggiata.

Sul posto, per evitare problemi al traffico, è sopraggiunta una pattuglia dei Carabinieri che ha atteso l’arrivo dei colleghi della Polizia provinciale che hanno caricato la carcassa per poi portarla all’Istituto zooprofilattico di Forlì per gli accertamenti del caso. Ma prima di allora, visto che inizialmente l’automobilista era convinto fosse un cane, si sono mobilitati gli esperti. «Sul posto è andato Ettore Centofanti, il forlivese tra i massimi esperti di lupo a livello nazionale e delle cosiddette “fototrappole” che servono per ritrarlo nel suo habitat – ricorda Giancarlo Tedaldi, direttore del Museo di ecologia di Meldola – che poi mi ha contattato sapendo della mia dimestichezza con la trafila amministrativa da intraprendere in questi casi».

Ma il naturalista non si meraviglia. «Diciamo che siamo di fronte a una “morte annunciata” – sottolinea Tedaldi –. Nel senso che quando i casi di avvistamento di animali selvatici si moltiplicano, come in questi anni, è lecito immaginarsi che qualcuno di loro possa restare vittima di uno dei principali pericoli: le auto. E di lupi, infatti, si parla ormai da tempo con varie segnalazioni a Magliano, Scardavilla e nel basso Bidente». Resta da chiedersi come un esemplare adulto non sia riuscito a evitare il pericolo di una strada così trafficata, soprattutto di prima mattina. «Il lupo è diffidente e scaltro ma forse meno di altri animali - ricorda Tedaldi –. E poi non possiamo escludere che, nonostante l’ottimo aspetto e a quanto pare con una gravidanza già portata a termine, potesse avere qualche problema di salute o aver mangiato bocconi avvelenati. In quel caso, sarebbe stato facile mettersi in pericolo da solo. Guardiamo, però, all’aspetto positivo. Dove c’è questo predatore, sceso dai monti per seguire i cinghiali, vuol dire che il territorio e l’ambiente sono sani».

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