Il ciclismo piange la morte a 80 anni di Alberto Assirelli

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FORLÌ. Il mondo del ciclismo forlivese piange la morte, avvenuta venerdì scorso dopo una lunga malattia, di Alberto Assirelli, il popolare “Bartòn”. Nato a San Varano di Forlì il 31 agosto 1936, era stato corridore professionista dal luglio 1960 a tutto il 1964. Chiuso per fama dai suoi capitani Ercole Baldini e Arnaldo Pambianco, nonché dallo spazio che s’era conquistato il fratello maggiore Nino (un ciclista che ebbe giornate di grande valore), Alberto si distinse per doti, simpatia, dedizione e forza. Cominciò tardi, nel 1955, a 19 anni, direttamente fra i dilettanti nelle file del Pedale Ravennate distinguendosi in salita. Vinse fra le altre corse la Predappio-Rocca delle Caminate, a quei tempi una classica della zona. Nel 1957 passò alla Forti e Liberi di Forlì. A livello personale, Bartòn s’aggiudicò il Gran Premio Cooperative Forlì. Nel ‘58, emigrò in Toscana, alla Brooklin di Empoli, dove vinse ben 7 corse, prima di passare ad un’altra squadra empolese, la Salco. In poche settimane s’aggiudicò il Gp Monsumano Terme e la Bologna Raticosa. Passò professionista con la Legnano. E da neofita o quasi, fra i prof, si piazzò secondo nella Coppa Bernocchi. Nel 1961 passò alla Fides e fu una preziosa spalla per l’amico e già capitano fra i dilettanti Pambianco, nella di questi cavalcata vincente, al Giro d’Italia del Centenario. Nel ‘62, corse con la Moschettieri Ignis assieme a Baldini e Gabanì e vinse la durissima tappa delle Balconate Valdostane al Giro d’Italia. Partecipò al Tour de France fino alla 14ª tappa quando fu costretto al ritiro. Gli ultimi due anni fra i professionisti li passò nella neonata e già blasonata Salvarani, dimostrandosi gregario di valore. Abbandonata l'attività agonistica si è dedicato, assieme al fratello Nino e alla famiglia, al negozio di prodotti per la caccia e la pesca in corso Garibaldi a Forlì. E lo ha fatto fino ai suoi ultimi giorni. Il funerale si svolgerà oggi partendo alle 14.30 dalla camera mortuaria del “Morgagni Pierantoni” per la chiesa di San Varano e poi per il crematorio di Cesena.

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