"Air Romagna", nessun bilancio. Un fascicolo in tribunale

Rimini

FORLI'. Dove sono i bilanci di Air Romagna? Dalla visura camerale ordinaria della società per azioni nata per gestire l’aeroporto di Forlì, e “licenziata” dall’Ente che le aveva concesso di farlo tre anni fa, non figurano bilanci fra i documenti consultabili, il che significherebbe che non sono stati depositati.

Segnalazione in Tribunale

La società per azioni con amministratore unico Robert Halcombe risulta costituita nel novembre 2014 ed entrata in esercizio l’anno successivo, e su un capitale deliberato di 3,1 milioni di euro ne ha versati 812.500, quota comunque regolare per partire. Benché si tratti di appena pochi mesi, il bilancio 2015 però dovrebbe figurare, ma non c’è, mentre per quello 2016 i tempi di approvazione consentono di arrivare fino ad aprile prossimo. Nel frattempo lo scorso mese, un corposo fascicolo è stato recapitato in Tribunale e ora fra le pieghe di quel faldone qualcuno cercherà il bandolo della matassa di una gestione mai avviata.

De Girolamo

Armando De Girolamo, patron della Lotras, azienda di servizi logistici, impegnato sul territorio nell’ampliamento dello scalo merci di Forlimpopoli, l’amaro in bocca lo assaporava da tempo. «Io ci perdo la mia quota di capitale, ma è soprattutto il fatto che non si sia riusciti a portare avanti il progetto che pesa – dice lo stesso De Girolamo –. Se devo essere sincero sarebbe stato meglio che tutto questo fosse accaduto prima, anche se capisco che di fatto l’Enac così facendo abbia cercato di venirci incontro, ma sono davvero prostrato da questa vicenda. Anche sugli amministratori locali nulla da dire, si sono mossi dandoci tutto l'apporto possibile, per questo sono ancora più amareggiato. Ma con la mia quota per legge davvero io rappresento nulla, come lo stesso Halcombe in un’assemblea un anno fa ci fece notare dicendo che essendo lui amministratore unico poteva risponderci come no». Un rapporto che, come racconta ora il socio con il 5%, è stato difficile fin dall’inizio. «Se lo avessi conosciuto prima non sarei entrato in affari con lui. Lo conobbi nello studio del notaio il giorno della firma, ce lo introdussero come Aviacom persone riminesi, firmai perché ci fecero fretta, i tempi sarebbero scaduti l’indomani. Ora mi addolora che il mio nome venga associato al suo, è un obolo che pago per il territorio sul quale comunque sto investendo con la mia società. Ho provato a dialogare con lui in tutti i modi, mi sono preso una interprete, ci siamo chiusi in una stanza speravo che si confessasse, ma niente. Quello che diceva pubblicamente era quello che diceva anche a noi».

«Ora un commissario»

Durante l’anno e mezzo di attività i rapporti fra soci, stando al resoconto di De Girolamo, sono stati pressoché inesistenti. «Le ultime due assemblee convocate, una un mese fa e l’altra un paio di settimane fa, sono andate deserte, ma non era la prima volta. Ad ogni assemblea convocata io ho partecipato facendomi anche 500 chilometri ed è stato mortificante ogni volta non poter nemmeno guardarsi in faccia. Non ci ha mai presentato un piano industriale, mai un piano finanziario, mai un bilancio. Per questo ho chiesto che il collegio dei sindaci revisori prendesse una posizione decisa. So che una segnalazione è stata fatta al tribunale di Forlì, ora mi aspetto che venga nominato un commissario che gestisca “Air Romagna” da ora in poi».

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