Foro Boario è il primo "luogo del cuore", i cittadini si mobilitano per votarlo

Rimini

FORLI'. Il Foro Boario di Forlì “luogo del cuore”, più votato in regione. Il Fondo per l’ambiente italiano, ha presentato i risultati della ottava edizione de “I luoghi del cuore”, dedicata all’archeologo Khaled al-Asaad eroe di Palmira ucciso dall’Isis. Il censimento promosso dal Fai stesso in collaborazione con Intesa Sanpaolo ha l’obiettivo di selezionare i luoghi del Paese più amati e meritevoli di essere valorizzati, recuperati, restituiti alla collettività. Complessivamente hanno votato 1.573.032 cittadini. In Emilia-Romagna il luogo più votato, con 6.664 preferenze, è stato il Foro Boario di Forlì, seguito da: Terrazza Panoramica di Pigazzano, Travo (Pc), Ex Monastero di Sant’Agostino, Comacchio (Fe), Chiusa di Casalecchio e canali di Bologna, Casalecchio di Reno (Bo), Al Bersagliere, Boretto (Re), Villa e parco ducale di Rivalta, Reggio Emilia, Monastero Margherita Antoniazzi, Bardi (Parma). Primo in regione, e al 46° posto nella classifica nazionale, con 6.664 voti, il Foro Boario a Forlì fin dall’età romana era la piazza dedicata alla compravendita dei bovini e nel corso dei secoli il nome si è tramandato fino oggi ai grandi mercati di bestiame, non solo bovini, ma di tutti i tipi. Quello di Forlì nacque nel 1927 e nel 1932 fu ampliato con un edificio diviso in tre corpi di fabbrica uniti da grande arcate. Dal 1950 il Foro divenne uno dei cinque mercati più importanti d’Italia: si commerciavano fino a 2.500 capi di bestiame e vi si definiva il listino prezzi del mercato nazionale. Le contrattazioni iniziavano alle prime luci dell’alba; nei piani interrati della struttura si trovavano gli uffici dei vigili addetti all’ordine del mercato, quello personale del veterinario capo e dietro di esso la sala di rappresentanza, con poltrone in velluto rosso. Dagli anni ’60 in poi, complici l’urbanizzazione e il boom economico che comportarono una conversione dell’area al settore secondario, il mercato visse una fase di declino che si concluse nel 1987 con la chiusura. Il Foro, comunale, ha ospitato la sede veterinaria della Ausl Forlì-Romagna fino al 2016; è ancora sede di un bar, di un asilo nido e del comitato di quartiere, oltre che di una sala assemblee. Eppure il degrado avanza. I cittadini che si sono mobilitati votandolo, hanno segnalato anche al Fai che il luogo sta lentamente cadendo nel degrado e che gli enormi spazi verdi, ma anche i locali interni, non godono di adeguata manutenzione.

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