Edera in lutto, è morto Casamenti

Rimini

FORLÌ. Con la morte di Daniele Casamenti, avvenuta ieri a 63 anni all’ospedale “Bufalini” di Cesena dove era ricoverato da martedì scorso per le gravissime conseguenze di una rovinosa caduta in mountain bike a Rio Cozzi, se ne va un autentico personaggio dello sport locale, tecnico preparato dell’Edera Atletica e autentico punto di riferimento per tutti coloro che gravitano al campo scuola “Gotti” di via Campo di Marte, «che lui - sottolinea l’amico e collega Giorgio Reggiani - considerava come un figlio».

«Lo conoscevo da quando avevo 12-13 anni - ricorda, commossa, Anna Rita Balzani, presidente dell’Edera Atletica -. Era il nostro simbolo, non mancava mai ad un allenamento a maggior ragione adesso che era andato in pensione. Tecnico degli ostacolisti preparato e sempre aggiornato, capace di portare ogni anno un nostro atleta ai campionati italiani, per tanti ragazzini e giovani è stato come un padre. Rispettato da tutti, dirigenti e colleghi di scuola. Poteva capitare di avere degli scontri per il suo carattere a volte burbero ma dopo pochi minuti si ripartivo di slancio. Lascia un vuoto incolmabile». Una vita trascorsa ad insegnare sport, a scuola e su quel campo di atletica dove erano passati centinaia di giovani e che lui considerava la sua casa. Grandi le passioni per il trekking e la mountain bike, in sella alla quale ha avuto l’incidente fatale.

Dalla caduta di martedì, infatti, non si era più ripreso e - per sua esplicita volontà - i suoi organi sono stati donati. Non si conosce ancora la data dei funerali. «Una perdita grandissima per la nostra polisportiva - ricorda il presidente dell’Edera Carmine Capriolo -. Il “Gotti” girava attorno a lui e oltre a seguire l’atletica teneva corsi di ginnastica per adulti nella nostra sede di viale della Libertà. Daniele era un ragazzo attivissimo, aveva fatto l’insegnante di educazione fisica alle medie fino all’anno scorso prima della pensione, capace di trascinare ed entusiasmare i giovani. Serio e alle volte brontolone ma sempre disposto a dare tutto per la sua atletica. Un lavoratore che sfuggiva alle cerimonie pubbliche e alla ribalta. Con lui organizzavamo ormai da trent’anni la manifestazione “Il più veloce di Forlì”, riservata proprio agli studenti delle medie». «Lo conoscevo dal 1980 - gli fa eco Giorgio Reggiani, tecnico ederino di fondo e mezzofondo - era diventato quasi un fratello con cui capitava di litigare o di confrontarsi in maniera accesa per poi rimettersi subito al lavoro. Era il vero padrone, in senso buono, del campo di atletica dove aiutava tutti, dagli atleti ai custodi». «Ciao Tommy, buona ultima corsa - è il saluto affettuoso del sindaco Davide Drei, tra i suoi ex allievi -. Daniele è stato allenatore, educatore e maestro di ragazze e ragazzi che con lui hanno imparato ad amare lo sport. Pochi mesi fa venne in Comune e mi disse, nel suo stile burbero e ironico, che mi avrebbe “tormentato” ogni giorno ora che era in pensione per realizzare i progetti a cui credeva. Lo faremo Daniele, perché anche per merito tuo quei progetti sono un altro dono alla tua città».

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