Pellicce sparite ed estorsione

Rimini

FORLÌ. Estorsione da centinaia di migliaia di euro e tre arresti nel mondo dei pellicciai. Due nomi tra i più conosciuti nel settore coinvolti: Giorgio Magnani, 70 anni, come vittima del raggiro, e Ugo Canali, 58 anni, un negozio anche in pieno centro a Milano, nel ruolo di estorsore insieme a due complici, anche loro finiti in manette. Un blitz della Squadra Mobile domenica scorsa ha permesso di recuperare buona parte della refurtiva.

Oltre 300 pellicce di proprietà di Giorgio Magnani, nativo di Civitella di Romagna, residente a San Marino, titolare di “Romagna Furs”, con sede a Falciano di San Marino, consegnate in conto vendita a Ugo Canali e poi sparite, salvo poi essere offerte, almeno in parte, al legittimo proprietario dietro la cancellazione dei debiti pregressi a carico oltre che dello stesso Canali, anche di Giancarlo Peschiera, 59enne, altro pellicciaio, titolare del negozio “Erbavoglio” di Verona che si era proposto come mediatore della trattativa per far riavere metà delle pellicce sparite a Magnani.

Domenica a Soncino, località in provincia di Cremona dove doveva avvenire lo scambio tra la merce e i documenti che attestavano la cancellazione dei debiti, c’erano però anche 5 pattuglie della Squadra Mobile di Forlì, diretta dal dirigente Claudio Cagnini e una della Squadra Mobile di Cremona. In manette, oltre a Canali e Peschiera, è finito anche Ermanno Vanderi, 54enne muratore di Orzinuovi, l’uomo che è stato fermato alla guida del camion carico di pellicce da riconsegnare a Giorgio Magnani. Estorsione aggravata e appropriazione indebita le accuse contestate.

Un’indagine lampo quella della Squadra Mobile forlivese, coordinata dal sostituto procuratore Sara Posa. Infatti Giorgio Magnani, nonostante abbia il suo negozio a San Marino, ha deciso di sporgere denuncia, assistito dagli avvocati Massimo Mambelli e Massimiliano Starni, alla Questura di Forlì. Il commerciante ha spiegato di aver perso una ingente quantità di pellicce date in conto deposito a Canali e trafugate nella notte tra il 7 e l’ 8 febbraio da uno showroom di corso Vittorio Emanuele a Milano, per poi sentirsi chiedere di annullare i crediti vantati verso Canali e quelli verso un mediatore, Peschiera, per riavere solo la metà della merce. Le altre sarebbero state “regolarmente” cedute con documenti sottoscritti dal sammarinese. A Magnani era stato indicato anche il modo nel quale sarebbe tornato in possesso di parte delle sue pellicce. Peschiera si sarebbe recato a San Marino da Magnani, il quale avrebbe consegnato i documenti che attestavano la cancellazione di tutti i debiti e la riconsegna di assegni bancari non ancora incassati; poi un camionista di Magnani sarebbe stato condotto a Soncino, località nella quale risiede Canali, dove, una volta visionata la documentazione, gli sarebbe stata restituita parte della refurtiva. Cosa successa domenica, a 48 ore dalla presentazione della denuncia di Magnani alla Questura per la tentata estorsione. Solo una volta avuto il via libera si sarebbe avvicinato un camion dove le pellicce erano nascoste, guidato da Vanderi. Avvenuto lo scambio sono intervenuti gli uomini della Squadra Mobile che hanno fermato sia Vanderi che Peschiera, per poi recarsi a casa di Canali. Gli investigatori avevano già in mano le registrazioni delle telecamere di corso Vittorio Emanuele della notte del 7 febbraio dove si vedeva Canali e un’altra persona, svuotare lo showroom dalle pellicce. Le successive perquisizioni nelle case dei coinvolti, nei negozi di Milano e Verona, e in una roulotte di Canali, ha permesso di recuperare quasi tutti i capi pregiati, visone, ermellini, zibellino. Un valore di 900mila euro all’ingrosso, di circa 2 milioni nella vendita al pubblico. Un sospiro di sollievo per Magnani, alla vigilia della più importante rassegna del settore, il Mifur, salone internazionale della pellicceria al via oggi alla Fiera di Milano.

Tra Magnani e Canali i rapporti di lavoro era in atto da anni, ma nell’ultimo periodo la crisi del settore aveva portato a un calo di vendite, tanto che Canali aveva interrotto i pagamenti delle pellicce avute in conto deposito da Magnani, fino ad arrivare al tentativo estorsivo. Una volta fatte sparire le pellicce dall’esposizione milanese, Canali aveva fatto perdere le sue tracce, sia telefoniche che personali, forse con una puntata anche a Monaco dove c’è un altro suo showroom. Anche Peschiera, colui che si era offerto di fare da mediatore essendo stato il primo a riferire a Magnani che le sue pellicce erano sparite e perché in contatto con Canali, era oppresso da debiti per centinaia di migliaia di euro verso Magnani, tanto che avrebbe voluto vedere riconosciuta la sua buona volontà, sotto forma di cancellazione di parte del debito. Un progetto criminale stroncato dalla Squadra Mobile. Ora il fascicolo passerà per competenza territoriale alla Procura di Cremona, dove si sono consumati i reati e sono stati eseguiti gli arresti in flagranza.

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