Bullismo sul bus, denunciati otto giovani

Rimini

MODIGLIANA. Violenze e vessazioni che sembrano richiamare molto di più il “nonnismo” che imperversava in molte caserme militari quando la leva era obbligatoria e che, invece, avevano come protagonisti otto giovani, dai 18 ai 16 anni, che dettavano legge fin dal primo giorno di scuola sulle corriere che portano gli studenti da Modigliana a Faenza. A denunciarli i Carabinieri della stazione della cittadina del Tramazzo.

Ad essere deferiti all’autorità giudiziaria in stato di libertà sono stati l’unico maggiorenne della banda (18 anni), cinque 17enni e due 16enni, tutti con la pesante accusa di atti persecutori e violenza privata in concorso.

Sette gli studenti più giovani presi di mira, uno dei quali con problemi fisici, che frequentano le scuole a Faenza - così come il loro persecutori - ma le indagini proseguono per capire se ci sono altre vittime che ogni giorno erano costretti a subire gli scherzi crudeli del gruppo. Prevaricazioni che avevano prodotto, in alcune vittime, disturbi del sonno e addirittura paura di uscire di casa. Reazioni che hanno indotto le rispettive famiglie ad informare i Carabinieri, ai quali erano arrivate altre segnalazioni da parte di pendolari di quella tratta. Gli inquirenti, saliti anche a bordo dei bus in borghese per osservare il comportamento degli accusati, hanno potuto appurare che il mezzo pubblico era diventato un luogo dove poteva succedere qualsiasi cosa. Si andava dall’obbligare i malcapitati a viaggiare in piedi, a costringerli a tentate di bloccare con una testata la monetina fatta cadere lungo il vetri, fino all’obbligo di pulire gli stessi dopo che i giovani aguzzini ci avevano sputato contro. O, ancora, costringere le vittime a camminare lungo il corridoio con indosso numerosi giubbotti. Davanti a questi episodi, che sono stati posti all’attenzione del pm Laura Brunelli che ha seguito le indagini con i militari dell’Arma, gli inquirenti parlano di vera e propria «vittimizzazione di adolescenti che loro malgrado hanno subito sistematicamente veri e propri soprusi».

In questo momento, come ricordato, le indagini proseguono per capire se altre persone siano state coinvolte in questi episodi o se ci siano testimoni in grado di avvalorare quanto ricostruito dagli inquirenti. E sono proprio i Carabinieri a ricordare, a proposito del fenomeno del bullismo giovanile, che «lo scherzo, per essere considerato tale, presuppone il consenso della persona che lo recepisce, consenso che come ovvio non vi era in questi casi e che espone gli autori a gravi responsabilità di natura penale». In molti, poi, dovranno interrogarsi sul perché nessuno abbia fermato prima i colpevoli.

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