Brutale aggressione ad una guardia giurata

Rimini

FORLÌ. Brutale e vile, nel racconto della stessa vittima, l’aggressione subita lunedì notte attorno alle 23.30 da una guardia giurata intenta a chiudere i cancelli del parcheggio sotterraneo di piazza Falcone e Borsellino, lo spazio che si affaccia davanti al Conad Stadium di via Campo di Marte. Spinte e calci da parte di un gruppetto ancora da identificare datosi alla fuga solo quando il malcapitato ha estratto la pistola.

Episodio la cui dinamica è al vaglio dei Carabinieri intervenuti con i colleghi della guardia, in servizio per un istituto locale, riuscita a lanciare l’allarme non appena la banda si è dileguata.

«Io do la sicurezza - denuncia l’aggredito, che preferisce restare anonimo - ma nessuno garantisce la mia vita e quella dei colleghi che rischiano in prima persona».

Le reazioni. L’episodio ha scatenato la presa di posizione dei sindacati Cgil-Filcams, Fisascat-Cisl e Uil-Tucs che parlano apertamente di «tragedia sfiorata» e che lamentano come «a partire dal Decreto Maroni il riordino del settore ha determinato una riduzione delle misure di sicurezza che costringono i lavoratori ad essere spesso da soli anche in luoghi dove è evidente il pericolo. Chiederemo a sindaco, Prefetto e imprese di vigilanza locali un incontro per capire quali misure adottare». Riflessioni fatte proprie anche dal sindacato Ugl di Forlì-Cesena e Rimini che, a sua volta, si ripromette di incontrare il Questore e il rappresentante del Governo.

Il contratto. Chi opera sulla strada fa turni tra le 7 e 8 ore nelle ipotesi migliori, «ma che arrivano anche a 10» denunciano i sindacati. Il tutto a fronte di stipendi base tra i 1.200 e 1.300 euro.

Il racconto. Ancora molto scosso, con 7 giorni di prognosi per traumi a schiena e braccia, il 40enne aggredito racconta l’accaduto, sottolineando come faccia questo lavoro «per passione» da 17 anni. «Avevo il turno dalle 23 alle 6 e stavo chiudendo il cancello pedonale quando ho ricevuto una botta violentissima alla schiena che mi ha piegato in due dal dolore. Poi mi hanno afferrato, non so se in 3 o 4, italiani o stranieri, sbattendomi a terra e iniziando a darmi calci e pugni. Non ho potuto vederli perché mi sono chiuso a riccio per proteggermi il volto e la testa con le braccia. Ho urlato di fermarsi e poi sono riuscito a sfoderare la pistola e quelli sono scappati. Il luogo era poco illuminato, non ci sono telecamere e non c’era nessuno a cui chiedere aiuto».

Quel posto era considerato pericoloso?

«Non più di altri. C’era stato qualche vandalismo come la colla nelle serrature ma niente di più».

Ha capito il perché dell’aggressione?

«Non me lo spiego. Forse puntavano alla pistola o solo a fare una bravata. Certo è che se fossimo stati in due ci saremmo difesi. Ma poi ci dicono che non vogliamo lavorare».

Cosa intende?

«Ci accusano di chiedere il servizio in coppia per chiacchierare o farne la metà, ma non è così e questi episodi lo dimostrano. Se le autorità non daranno un segnale individuando e punendo gli aggressori vorrà dire che le Guardie giurate possono essere aggredite impunemente. Non siamo nè vigliacchi nè fannulloni, vogliamo solo tornare a casa interi».

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