Ferretti, i sindacati rilanciano per salvare Forlì

Rimini

FORLÌ. I sindacati credono nella possibilità di salvare lo stabilimento forlivese del Gruppo Ferretti e lo hanno ribadito ieri mattina, nella sede di Unindustria in corso Garibaldi, dove le rappresentanze di tutti i siti produttivi italiani hanno incontrato i manager del colosso nautico.

Questa mattina assemblea con i lavoratori, che ieri hanno presidiato i cancelli della sede di Villa Selva per poi trasferirsi in centro, e decisione sulle forme di lotta da adottare in vista del prossimo incontro col Gruppo previsto per il 5 febbraio. La delegazione sindacale, al cui interno è forte la consapevolezza che dalla salvezza dello stabilimento forlivese dipende anche quella degli altri sparsi in tutta Italia, da La Spezia a Sarnico, ha fatto proposte concrete per uscire dall’impasse. Ipotesi che ha definito «in grado di incrociare anche la volontà del Gruppo».

«Certo è - sottolineano con forza i rappresentanti di Fillea-Cgil, Filca-Cisl, Feneal Uil che nel pomeriggio si sono incontrati per coordinare le iniziative su scala nazionale - che la caccia ai responsabili della situazione attuale non ha più senso. Adesso deve partire una nuova storia».

Alla disponibilità manifestata dall’assessore regionale alle attività produttive Gian Carlo Muzzarelli (lo stesso che aveva giustificato le perplessità del Gruppo col fatto che a Forlì non c’era il mare ndr) di «aprire un tavolo regionale sulla crisi dello stabilimento» di Villa Selva, i sindacati replicano chiedendo invece che sia lo stesso presidente Vasco Errani a scendere in campo. «Meglio tardi che mai - fa eco a Muzzarelli anche il segretario provinciale della Lega Nord, Jacopo Morrone -. Si è dovuto aspettare l’aut aut della proprietà cinese per smuovere i vertici regionali».

Ed è proprio all’incontro diretto con i rappresentanti del colosso asiatico Weichi, proprietario della Ferretti, che, adesso, puntano decisamente i sindacati.

Gaetano Foggetti

 

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