Rapine in banca a Forlì e Cesena, due arresti

Rimini

FORLÌ. Traditi da impronte digitali e fotogrammi delle riprese interne. Due uomini, già accusati di una trentina di rapine in tutta Italia, sono stati arrestati perchè identificati come gli autori di due colpi andati a segno e uno tentato, tra Forlì e Cesena. In manette sono finiti Antonino Bulla, 28 anni, e Daniele Pappalardo, 24enne, entrambi residenti in provincia di Catania, dove si trovavano sottoposti a un obbligo di dimora perchè arrestati nel febbraio scorso proprio dopo una rapina a Rovigo.

In quell’occasione il quartetto era stato bloccato dopo una rapina a mano armata commessa alla filiale di Rovigo della Banca Popolare di Verona che aveva fruttato circa 150mila euro. I malviventi, a bordo di due macchine, si stavano dirigendo verso il molo di Villa San Giovanni, a Reggio Calabria, per imbarcarsi sul traghetto e tornare in Sicilia. Vennero bloccati dai Carabinieri e in una vettura, astutamente celati in un vano ricavato nel paraurti, c’erano oltre 100mila euro frutto del colpo. I quattro avrebbero compiuto una trentina di rapine in tutta Italia. Le indagini dei Carabinieri si sono concentrate su fotogrammi e impronte di alcune razzie compiute in provincia di Forlì-Cesena. In particolare il riscontro a carico di Bullo e Pappalardo, grazie a intercettazioni e immagini dei circuiti interni, ha accertato indizi di colpevolezza per due rapine a mano armata. Il 15 marzo 2010 a Cesena ai danni della filiale della Cassa di Risparmio di Ferrara di viale Oberdan (2mila euro il bottino) quando, nonostante la giornata nuvolosa, si presentarono con occhiali da sole dando non poco nell’occhio, e il giorno successivo a Forlì alla sede della Popolare dell’Emilia-Romagna, in viale Roma (bottino 12mila euro). Inoltre il colpo fallito alla Banca Romagna Cooperativa di via Veneto zona Fiorita, a Cesena, del 18 luglio scorso, quando agirono con vistosi parrucconi ma notati fuggirono a mani vuote. Una banda decisa, preparata, anche violenta. che viaggiava per l’Italia con telefonini intestati a persone inesistenti, mentre i loro personali erano lasciati in Sicilia per far credere la loro presenza sull’isola in occasione delle rapine.

Le indagini del Nucleo investigativo del reparto operativo dei Carabinieri di Forlì-Cesena, coordinati dal sostituto procuratore Federica Messina, hanno raccolto indizi sufficienti per chiedere la misura cautelare, disposta dal giudice per le indagini preliminari Monica Galassi ed eseguita in provincia di Catania. Bullo e Pappalardo ora si trovano in carcere.

 

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