Palestra in carcere

Rimini

FORLÌ. Il nuovo carcere al Quattro non sarà pronto prima di un triennio e, l’attuale penitenziario, non disponeva di spazi idonei alla pratica sportiva. Da ieri anche la Casa circondariale di Forlì ha la sua palestra, attrezzata con 15 macchinari da fitness, una donazione dei Lions club Forlì Host, approvata e incoraggiata dalla direttrice della struttura, Palma Mercurio. «Lo sport è fondamentale per chi sconta una pena detentiva, non solo finalizzato al miglioramento della condizione carceraria ma anche al trattamento dei detenuti attraverso il movimento e il rispetto delle regole» assicura la responsabile del carcere di Forlì.

Solo che, in via della Rocca, le risorse a favore delle attività ludiche sono sempre più esigue. «Faccio questo mestiere dal 1997 e sono arrivata a Forlì quattro anni fa - spiega Mercurio -. Posso dire che i fondi che lo Stato dà per iniziative ricreative da 100, oggi sono scese a 20. In rapporto l’80 per cento in meno». Inoltre, sottolinea ancora la direttrice, «qui viviamo in un limbo perché, con la costruzione del nuovo carcere, non viene più eseguito tutto ciò che non rientra nell’ordinaria manutenzione. La stazione appaltante per il nuovo istituto penitenziario è il Ministero delle infrastrutture, ma il cantiere ha avuto diversi intoppi, dalla scoperta di ordigni esplosivi a materiali risalenti addirittura al Neolitico». Per questo, secondo il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, «la nuova struttura non sarà aperta prima di tre anni, al termine del 2016 se proprio tutto procedesse spedito». Ai 98 detenuti di via della Rocca, tra i quali anche 18 donne, da poco è stato vietato, non senza proteste, anche il gioco del calcio: lo spazio all’aperto, infatti, non era idoneo e ci sono stati infortuni. Grazie ad alcune associazioni, a partire dal Centro di solidarietà, si riescono a svolgere alcuni tornei di ping-pong, ma adesso saranno disponibili in pianta stabile anche macchinari nuovi come cyclette e tapis roulant. Un’inaugurazione accolta con entusiasmo anche dallo stesso personale penitenziario, al quale è stato infatti riservato un macchinario nel proprio spazio relax. «Nell’ottica - interviene il presidente Lion, Giorgio Maria Verdecchia - di rispondere a un’esigenza avvertita non solo dai carcerati, ma anche di chi svolge tra queste mura un lavoro delicato, impegnativo e di grande responsabilità». Gli attrezzi potranno essere trasferiti nella nuova struttura, quando pronta. Il club si è impegnato anche a finanziare due borse lavoro per gli “emittenti”, come viene definito chi riacquista la libertà al termine del periodo di condanna, per l’aiuto a reinserirsi in modo produttivo nella società.

 

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