Crisi, mai così in basso dal 1970 ad oggi

Rimini

FORLÌ. Ha perfettamente ragione chi dice che il primo tema dell’agenda del governo centrale (regionali e locali aggiungerei) deve essere la ricerca e la creazione di lavoro. Sì, perchè negli oltre 43 anni all’indietro solo un semestre fra 1969 e 1970 è stato peggiore. Fu appunto uno solo trimestre e un altro ancora. Non una crisi che anche nel 2013, da 7 anni, ha visto crescere l’esercito dei precari, dei cassintegrati e dei senza lavoro.

 

Centri per l’impiego. Sul piano provinciale, bisogna darne atto, i dati dei Centri per l’impiego coprono oltre il 90 per cento di tutta la realtà di coloro che cercano il lavoro. Sono un esercito poderoso che alla fine dell’anno scorso sfiora le 36 mila persone. Dentro questa cifra c’è ormai quasi un 40 per cento di ragazze e ragazzi under 24 e under 29 anni che fanno domanda senza ottenere alcuna risposta sul mercato del lavoro. Ci sono anche laureati, sia pure in misura molto più ridotta anche perché sono rappresentati nella classe d’età fra i 24 e i 29 anni soltanto. Le donne sono in maggioranza, attorno al 56,5 per cento. Un dato che deve fare riflettere molto.

Crisi di settori. Edilizia, industria manifatturiera e agricoltura segnano perdite significative. Sorprende l’agricoltura, perchè si dice giustamente che l’agroalimentare non ha perso terreno e allora probabile che il calo sia ada addebitare semplicemente alla chiusura della posizioni dei coltivatori diretti. Vale la pena indagare meglio. Nel settore edilizio invece si stanno verificando, di sicuro, fenomeni di lavoro nero e grigio. Dove c’è chi dichiara di lavorare un mese in un cantiere, ma sono in realtà due o tre.

Quelli in deroga. L’artigianato e il commercio sono settori dinamici, nel senso del turn-over, ma proprio per questo non è facile osservare commercianti che chiudono immediatamente proiettati nelle liste dell’impiego.

Ore cassintegrate. Nella provincia di Forlì Cesena nel 2013 sono state sfiorate gli 11 milioni di Casse integrazioni (Cigo, Cigs, Deroga) da gennaio a dicembre) che stanno coinvolgendo circa 10 mila lavoratori nel solo territorio forlivese. lavoratori del territorio forlivese a cui vanno aggiunti i dati relativi alle domande di disoccupazione, in continuo aumento, come pure i lavoratori in mobilità. Nel Cesenate sono meno, circa 7 mila i lavoratori, ma è maggiore il numero di coloro che sono andati in mobilità. Ormai il lavoro si deve creare con programmi sociali, oltre che rincorrendo il mito della ripresa...che non si riesce a temporizzare in quale futuro.

Questo 2014. Qualche saggio economista ritiene che la svolta avvenga nel secondo semestre di questo anno, quando saremo i presidenti della Ue. Se l’euro non sarà spazzato via dal voto...

Pietro Caruso

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