Lavoratori sotto choc:«Trasferimenti assurdi E le nostre famiglie?»

Rimini

FORLÌ. «La chiusura dello stabilimento Ferretti toglierà, in tutto o in parte considerando l’indotto, il lavoro a duemila persone, finendo per cancellare quarant’anni di professionalità che hanno portato il territorio all’eccellenza internazionale». Il grido di allarme proviene da Cna e Confartigianato, che chiedono alla Regione «uno scatto d’orgoglio».

Sul piatto, infatti, ci deve essere «la netta richiesta di rispettare quanto stabilito (costruzione del nuovo stabilimento a Villa Selva compresa ndr), offrendo, al contempo, all’azienda condizioni che possano indurre a un ripensamento».

Un epilogo, quello della chiusura del sito produttivo, che ha radici lontane e sul quale le associazioni avevano da tempo invitato le istituzioni a vigilare. «All’arrivo della proprietà cinese nel 2010 - ricordano - chiedemmo un incontro col sindaco e il presidente della Provincia affinché contattassero il management per verificare le reali intenzioni di realizzare gli investimenti programmati, consapevoli che, oltre alla crisi mondiale della nautica, il nostro territorio doveva affrontare la competizione con altri cantieri dell’Adriatico, in particolare con quelli della regione Marche».

E proprio contro l’immobilismo delle amministrazioni locali e regionale, a fronte della frenetica attività di relazioni con i cinesi da parte dei “colleghi” marchigiani, è quello che Cna e Confartigianato imputano a chi governa il territorio, rammentando l’infelice battuta dell’assessore regionale Gian Carlo Muzzarelli: «Forlì non ha il mare». «Chiedevamo un intervento deciso per preservare l’intera filiera produttiva, tra i poli di eccellenza nazionali. Da Comune e Provincia abbiamo avuto risposte generiche sui programmi della Ferretti, e tranquillizzanti sul rispetto dell’accordo di programma. Ci chiediamo inoltre come mai gli amministratori non si siano resi conto della processione iniziata da oltre un anno di un centinaio di dipendenti che si recano quotidianamente a Marotta non certo per imparare visto che Forlì aveva la maggior efficienza e marginalità di tutto il gruppo».

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