Halcombe ha progetti d'alta quota

Rimini

FORLÌ. Pennello in mano, si ridipinge il “Luigi Ridolfi” a stelle e strisce. Presto lo si potrà ribattezzare “Forlì, aeroporto d’America” perché quello che Robert Halcombe ha illustrato ieri parlando per la prima volta dei programmi di rilancio con finalmente la certificazione Enac in mano, è il desiderio di realizzare il prototipo del “sogno americano”.

Annunciando di voler comprare casa in città, il 59enne numero uno di “Air Romagna” ha parlato all’aperto, in piedi davanti all’ingresso dello scalo. Non a caso, bensì perché «grazie alla collaborazione dei soci, dei partner e dei cittadini influenti, siamo riusciti a portare a termine la missione di aprire l’aeroporto, ma ancora non abbiamo le chiavi, il permesso di lavorare dentro e per questa situazione mi sento triste e arrabbiato». Il primo aereo, infatti, poteva già atterrare a Forlì. Si tratta del Delta jet privato N317JM decollato ieri dal Connecticut e ospitato da Bologna. «Sarà il primo di una lunga serie - assicura Halcombe - la dimostrazione che siamo credibili e determinati a sviluppare questo percorso tra Stati Uniti e Forlì con un importante vettore internazionale».

Credibilità che si incarna nei passeggeri del volo presentati ieri uno ad uno come partner dei progetti legati ai voli commerciali, ai cargo e a servizi davvero singolari per un aeroporto. Il primo è Arthur “Kitt” Watson Jr, figlio ed erede di quell’Arthur Watson fondatore della Ibm. Ora amministratore delegato del “Watson private equity”, fondo con sede in Connecticut, moglie italiana e direttore finanziario John Cox al fianco, sarebbe la testa di ponte per portare la multinazionale elettronica a Forlì creando un centro di ricerca innovativo in collaborazione con l’Università per elaborare software di gestione delle piattaforme aeroportuali. E con la Bologna Business School e altri docenti dell’Ateneo ci sono già contatti.

Presente anche Alexander Watson. La sua “121 Catering” fornisce pasti a oltre 40 aeroporti, molte compagnie aeree e persino all’Air Force One del presidente Barack Obama. «Vuole valutare Forli come nuova base per lo sviluppo di pasti di altissima qualità per il trasporto aereo nel mondo e sembra che vi sia grande interesse per tale attività a servizio degli scali dell’Ue e di Mosca. Avremmo un potenziale di oltre 120 posti di lavoro non stagionali». Da aggiungere alla quarantina di posti cui “Air Romagna” pensa per l’operatività del “Ridolfi”.

Ecco poi Greg Powers, ex pilota e istruttore di volo su elicottero della Marina Usa. Assisterà Halcombe in un piano che vedrà la collaborazione della “Curti” di Castelbolognese. Entro l’anno in 10mila metri quadrati del sedime, si punta a realizzare una fabbrica per costruire, sviluppare, fare manutenzione e fare decollare «elicotteri dal design e dalla struttura innovativa in fibra di carbonio con motore Rolls Royce». Annunciati rapporti anche con fondi d’investimento di New York e Chicago e con un manager, ieri a Bruxelles, «direttore del programma del più moderno jet da combattimento al mondo».

Tutti scenari insoliti. Quindi nessun conflitto con Rimini? «Puntano al rublo, abbiamo target e tipologie di sviluppo totalmente differenti. Possiamo coesistere».

 

 

 

 

 

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