Strade e fiumi al collasso. «Ma non ci sono soldi»

FORLÌ. Strade e fiumi sono in ginocchio e non si sa dove trovare i soldi per rimetterli in sesto. La pioggia caduta copiosa anche nella notte fra lunedì e martedì ha messo in crisi un territorio che di acqua non ne riesce ad assorbire più.

Frane e smottamenti con strade chiuse e alvei fluviali totalmente da rifare sono la scomoda eredità di ciqnque settimane dove Giove pluvio non ha fatto mancare la sua presenza sui cieli Forlivesi.

Strade. Il “grido di dolore” di Edgardo Valpiani, responsabile viabilità della Provincia di Forlì-Cesena è chiaro e senza appello. «Piove e purtroppo non c’è nessuna novità: il territorio frana e non ci sono i soldi per metterlo in sesto. Restano chiuse diverse strade: la Strada provinciale 47 Predappio-Rocca San Casciano lo è in due punti, sopra Predappio Alta, 500 metri dopo l’abitato, ed a 5 chilometri da Rocca San Casciano; poi la Sp 54 Paccanello, vicino alla strada comunale per Marsignano; la Sp 25 Valbura, che collega Premilcuore e Portico di Romagna, interrotta in due punti (ad un chilometro e mezzo dal primo paese e sull’omonimo passo). Inoltre è bloccata anche la Sp 78 San Matteo, vicino a Piandispino, nel Meldolese. Tutte chiusure che costringono i cittadini interessati ad usare disagevoli percorsi alternativi».

Soldi. Il problema è che di soldi per “aggiustare” tutto proprio non ce ne sono. «Le Province sono state private di finanziamenti ed hanno pochissima capacità operativa, non esiste nemmeno il bilancio 2015 - prosegue Valpiani - il personale stradale sta monitorando continuamente la rete stradale che è fragile, con tanti dissesti idrogeologici su tutto il territorio. Sono vie vulnerabili. Non possiamo programmare il ripristino della situazione pre-frana, perché servirebbero finanziamenti importanti, ma trovare soluzioni per avere un’apertura provvisoria». Dopo la cancellazione delle Province non si è ancora deciso chi avrà il compito di gestire la rete stradale di cui si occupavano; mentre la politica è assente, il maltempo è ben presente.

Fiumi. Le “strade” dell’acqua hanno anche loro problemi e hanno bisogno di costosi interventi di manutenzione. «Quella di questa notte - racconta Fausto Pardolesi, tecnico dell’Autorità di bacino - è la quarta piena in 5 settimane, ma è quella meno dannosa. Si sono superati i 5 metri in pianura. In tre di queste piene siamo stati sopra i 7 metri nell’alveo del fiume Montone. I danni agli alvei si sono verificati in maniera impressionante: la terra degli argini scivola nell’acqua e con essa le piante, che sono troppo pesanti per terreni zuppi d’acqua. Questo causa dei restringimenti nel letto in cui scorre la piena, che si gonfia e danneggia i lavi dell’alveo. In alcuni punti i danni sono visibili anche dai ponti. Rimettere tutto in sesto costerà tanto». Anche qui, le disponibilità necessarie per intervenire, sono ancora superiori rispetto ai fondi disponibili. Toccherà alla politica, ora, decidere come si dovrà pagare. La Provincia è stata cancellata, ma le sue strade sono da riaprire; l’autorità di bacino deve controllare il corretto flusso dei fiumi, ma deve poter aprire i cantieri.

 

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