Giallo sulla morte di Peron, autopsia

Rimini

MELDOLA. Era entrato in ospedale per un intervento al braccio sinistro poco meno di un mese fa. Dal “Morgagni-Pierantoni”, però, Renzo Peron, storico vivaista meldolese, non è uscito sulle sue gambe. Ed il figlio Fortunato vuole sapere perché.

Si tinge di giallo la scomparsa del re delle piante. Ieri, infatti, la direzione sanitaria ha disposto d’ufficio venisse eseguita l’autopsia dell’imprenditore che avrebbe compito 87 anni giovedì prossimo. A sollecitarla, secondo quanto è stato possibile ricostruire, è stato il figlio Fortunato, da settimane in ansia per la sorte del papà che non si è mai del tutto ripreso dopo l’intervento al quale è stato sottoposto.

Sala operatoria dove, a detta dei parenti, sarebbe avvenuto qualcosa decisamente di inusuale e potenzialmente nocivo per la vittima. Per circostanze che dovranno essere chiarite, al momento, solo dalla direzione sanitaria, quell’operazione di routine - Peron era stato sedato con anestesia locale - ha avuto uno svolgimento e un epilogo «inspiegabile», dicono i parenti. In pieno intervento, infatti, all’anziano paziente è stata fatta una seconda anestesia locale. Ma anche questa volta la sedazione non avrebbe avuto l’effetto desiderato, tanto da spingere chirurgo e anestesista ad optare per l’anestesia totale. Una “bomba” da cui Renzo Peron, stando ai racconti dei famigliari, non si è più ripreso, per un quadro clinico che è drammaticamente precipitato sabato scorso, a cinque giorni dal compleanno numero 87. Ieri, come detto, è stata eseguita l’autopsia i cui esiti si sapranno nelle prossime ore. E conseguentemente si saprà se la vicenda si chiuderà nei corridoi del “Morgagni-Pierantoni” o prenderà la strada del palazzo di giustizia. Già oggi, invece, dovrebbe essere fissata la data delle esequie, forse mercoledì.

La storia. Renzo Peron si era inventato vivaista dopo una vita passata nell’amministrazione delle Dogane di Forlì. Era il 2001 e il destino gli strappo il figlio Valentino, appena 38enne, che con la moglie gestiva l’azienda florovivaistica, sempre più grande e apprezzato, di via Scardavilla.

«Con la scomparsa di Renzo Peron se ne va via una parte importante della nostra comunità». Questo il commento del sindaco Gianluca Zattini. «Peron - continua - era uno di noi che incontravi tranquillamente in paese, sempre disponibile a scambiare quattro chiacchiere. Un lavoratore instancabile. Quando il nevone del 2012 gli ha distrutto buona parte delle serre dell’azienda di famiglia, non ha esitato ad armarsi di badile. A chi gli chiedeva perché l’hai fatto, rispondeva: “Mi sono rimboccato le maniche anche per il futuro dei miei nipoti”».

 

 

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