«Investirò 25 milioni di dollari»

Rimini

FORLÌ. «Per rilanciare l’aeroporto di Forlì e farne un grande scalo capace di attrarre turisti e uomini d’affari da tutto il mondo, dovrò investire 25 milioni di dollari e questi solo per partire con il progetto che ho in mente».

Parola di Robert Halcombe, l’imprenditore della Virginia e socio di maggioranza di Air Romagna che ieri ha vissuto un’intensa giornata forlivese iniziata alle 10.15 con una lunga riunione negli uffici Enav a lato dell’ingresso del “Ridolfi” assieme al suo consulente tecnico Sandro Gasparrini e ai soci di minoranza Calisto Maurilli e Armando De Girolamo (indispettito per essere venuto a conoscenza della riunione a suo dire solo dalle colonne del Corriere Romagna) e proseguita dalle 12.20 alle 14.30 con un vertice tenutosi in Municipio. Un faccia a faccia ristretto tra lui stesso, il sindaco Davide Drei, il presidente della Camera di commercio Alberto Zambianchi e quello della Fondazione Cassa dei Risparmi, Roberto Pinza.

Via in aprile. Problemi in vista per l’aeroporto? No, a giudicare dal volto e dalla voce di Halcombe, che uscito dall’ufficio del primo cittadino era il solito fiume in piena di progetti ed entusiasmo. «È stato bello vedere i miei partner che volevo incontrare di persona per discutere di strategie e di come muovere le nostre pedine il più velocemente possibile. Quanto velocemente? Beh, mi fido di Gasparrini che sta terminando il suo ottimo lavoro per ottenere la certificazione da parte di Enac che dovrebbe arrivare il 19 marzo. A quel punto spero di poter aprire lo scalo nell’ultima settimana del mese o a inizio aprile anche se in Italia tutto è complicato». Molto complicato. Troppo? «Lavoriamo a qualcosa di mai visto prima e le procedure non sono semplici - conferma -. Qui ti fan tagliare l’erba ma non ti danno le chiavi. Per questo da oggi abbiamo iniziato a coordinarci con le istituzioni locali e il Governo per riuscire in poche settimane ad avere le autorizzazioni necessarie e creare le fondamenta del piano».

Asse con gli Usa. Ecco, il progetto si fonda su un filo diretto con gli Stati Uniti e su tutte con la loro capitale. «Abbiamo un partner, l’aeroporto internazionale “John Foster Dulles” di Washington - annuncia Halcombe - e da lì faremo decollare e atterrare voli diretti con Forlì. Quando? Ne stiamo discutendo con la direzione aeroportuale. Grazie a questa collaborazione svilupperemo nuovi servizi per il nostro scalo e la prossima volta che arriverò in città porterò con me manager che lavorano a Washington e hanno sviluppato attività all’aeroporto. Alcuni di loro sono italiani. I servizi che penso di realizzare sono tanti, compresi nuovi hotel, connessioni wi-fi estremamente veloci, possibilità di sale per videoconferenze gratuite, locali di intrattenimento, strutture per aziende».

Ci sono, poi, trattative aperte con numerose compagnie aeree per altre rotte. Una Halcombe la cita esplicitamente ed è anch’essa a stelle e strisce. «Non abbiamo ancora firmato contratti, ma ci sono relazioni personali con la Delta Airlines. È presente anche a Bologna ma non collega Washington e poi non vogliamo contrasti né con il “Marconi” né con Rimini e non li avremo. Ognuno avrà il proprio business, uno diverso dall’altro”.

Nome e vocazione. Una vita tutta nuova per il “Ridolfi”. Sempre che continui a chiamarsi così... «Ci sono molte suggestioni ma è solo una questione di marketing. Non voglio nomi di politici, né di stelle del cinema, ma qualcosa che descriva l’intera regione e i suoi tanti aspetti positivi. Qualcosa che se la digito su Google la trovo nei primi posti dell’elenco». Per questo la vocazione non sarà solo manutentiva come suggeriva la Regione. «La manutenzione ci sarà, con il supporto dell’Enav Academy, ma non saremo certo solo quello. Saremo l’unico aeroporto direttamente connesso con l’alta velocità, in pochi minuti scendi a Forlì, prendi la valigia e sali sul treno per arrivare a Milano Centrale senza cambiare mezzi. È una grandissima opportunità per gli uomini d’affari internazionali, per il turismo, per il divertimento, per chi vuole venire in Romagna con moglie e figli e visitare Brisighella, la Riviera, fare le cure termali». E poi c’è un obiettivo più a breve termine. «Ci sono 23 milioni di potenziali passeggeri che andranno all’Expo e che hanno il problema dei biglietti per arrivarci. Li dobbiamo immediatamente portare a Forlì. Pensate che negli Usa i programmi televisivi più visti sono quelli di cucina e la buona cucina è anche la Romagna».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui