Blitz dei carabinieri, rapinatori in manette

Rimini

FORLÌ. C’erano anche i Carabinieri del Nucleo investigativo del reparto operativo di Forlì, guidati dal capitano Amedeo Consales, all’alba di ieri a Villa San Giovanni in Calabria al momento dell’arresto di quattro rapinatori catanesi che poco più di 14 ore prima (intorno alle 16 di venerdì) avevamo messo a segno un colpo alla filiale della Banca Popolare di Verona a Rovigo.

Militari forlivesi che hanno operato in sinergia con la Mobile del capoluogo veneto fin dai minuti successivi alla rapina quando, riconoscendo due dei malviventi le cui foto prese dalle telecamere dell’istituto di credito erano state diramate dalla Polizia, hanno incrociato i dati arrivando all’identificazione dei protagonisti del blitz. La stessa banda, infatti, aveva messo a segno colpi analoghi nel Forlivese.

Ipotizzando, poi, le mosse dei rapinatori - in viaggio con un bottino di circa 150mila euro - li hanno raggiunti all’imbarco dei traghetti verso la Sicilia e, in collaborazione con i colleghi della Compagnia di Villa San Giovanni, hanno passato al setaccio le centinaia di auto in coda, non conoscendo quelle utilizzate per la fuga. Alle 6.30 di ieri mattina la fulminea attività investigativa ha raggiunto l’obiettivo sperato: l’identificazione a bordo di due distinte auto (una Peugeot 308 nera e una Fiat Bravo grigia) dei malviventi che hanno agito a volto scoperto, forti del fatto di essere incensurati. Immediato l’arresto, insieme agli altri due complici, e la perquisizione dei mezzi che ha permesso di rinvenire, all’interno di un vano ad hoc ricavato dietro il paraurti, circa 100mila euro frutto della rapina. Insieme a questi sono stati recuperati altri due trolley strapieni di monetine - anche queste frutto del colpo - del peso di circa 40 chilogrammi ciascuno, per un valore complessivo di 13mila euro. Inutile dire che i componenti della banda sono rimasti a dir poco sorpresi dalla rapidità dell’intervento delle forze dell’ordine. Si tratta di: Antonino Bulla (27 anni), Daniele Pappalardo, 23, Daniele Antonio Mavilla 27, Salvo Domenico Di Stefano, 30enne.

Veri e propri professionisti, ricordano gli inquirenti, con un modus operandi sperimentato: volto scoperto per i due incensurati che a Rovigo avevano comunque usato parrucche sospette; cappellino o passamontagna per il complice che aveva già precedenti e il ruolo di palo per quello con il curriculum criminale più robusto. Quest’ultimo in continuo contatto telefonico con i complici durante le rapine, che duravano mediamente oltre mezz’ora e fruttavano fino a 200-250mila euro, come hanno confermato venerdì anche i dipendenti e il cliente dell’istituto di credito rodigino, minacciati con un taglierino e chiusi dentro uno sgabuzzino. Non prima di aver chiesto e ottenuto i codici per aprire cassaforte e bancomat. A coordinare le indagini e gli interventi il sostituto procuratore Davide Nalin.

 

 

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