Finita l’era degli iper. Per il rilancio Coop punta sui mini market

BOLOGNA. Per certi versi sarà un po’ come guardare al passato, quando il gigantismo degli iper ancora non aveva conquistato la grande distribuzione e il supermercato di medie dimensioni già rispondeva alle esigenze dei clienti. Quindi, meno maxi gallerie e più punti vendita di vicinato.

Passa da qui la svolta che Coop Alleanza 3.0 ha programmato per i prossimi tre anni con l’obiettivo di risalire la china dopo un periodo complicato e dopo 600 milioni investiti dalla fusione che nel 2016 ha messo insieme Coop Adriatica, Coop Estense e Coop Consumatori Nordest. Il cambio di passo porta la firma della nuova governance della cooperativa dove da ottobre 2018 è entrato Paolo Alemagna con il ruolo di direttore generale retail mentre in capo al presidente Adriano Turrini sono in capo le funzioni di indirizzo e controllo.

La strada da seguire, secondo i vertici, è il ritorno al core business dell’azienda, cioè la vendita al dettaglio, con l’obiettivo di riconfermare la propria leadership, in un mercato che negli ultimi anni ha subito profonde trasformazioni specie con l’avvento del digitale e dell’e-commerce.

Il progetto di rilancio è stato costruito su due fronti.

Il piano retail

Uno dei punti cardine del rinnovamento sarà puntare sulla convenienza concentrandosi sui prodotti a marchio Coop «che sono di alta qualità, con filiera tracciabile e ogni tipo di certificazione», spiega il direttore generale Alemagna. Gradualmente verrà ridotta «la leva promozionale per arrivare ad una politica di offerta costantemente incentrata sul miglior rapporto possibile tra qualità, senza compromessi, e prezzo. La semplificazione degli assortimenti rende non solo più agevole il processo di acquisto per soci e clienti, ma crea le precondizioni per aumentare la produttività e l’efficienza dei negozi. Gli investimenti si concentreranno sulla rete di vendita, che potrà cambiare perimetro, in ottica di razionalizzazione e rafforzamento della redditività. Prevediamo anche nuove aperture nei format più richiesti oggi dai nostri soci: negozi più piccoli e vicini a casa. Il ripensamento del format ipermercato, e conseguentemente il suo peso sulle vendite totali, sarà inevitabile».

Per le sedi è già stato avviato, dopo aver aperto un confronto con i sindacati, un processo che mira ad aumentare l’efficienza «che non prevede però licenziamenti ma la ricollocazione di 750 persone con modalità di accompagnamento distintive».

L’addio ad attività collaterali come i carburanti o le farmacie è già stato avviato nei mesi scorsi.

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