Vella Terra, la fiera del vino naturale conquista Barcellona ma l’idea è romagnola

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MELDOLA. Riunire i viticoltori indipendenti d’Europa, a patto che producano solo vino naturale - senza lavorazioni chimiche - e creare un evento perché possano confrontarsi tra di loro e sprigionare ricchezza. L’idea è venuta a un giovane romagnolo, il 34enne Stefano Fraternali che, lasciata la sua Meldola a 20 anni, è riuscito a realizzare in appena quattro anni a Barcellona la più grande fiera di Spagna del vino naturale, “Vella Terra – Fira independent del Vi natural de Barcelona”. La terza edizione di “Vecchia terra”, questa la traduzione dal catalano, si terrà il prossimo 11 febbraio nella hall della rinomata Estaciò del Nord, e vi parteciperanno oltre 1.500 professionisti del settore, molti dei quali anche italiani ed emiliani: una “rete” in grado di sprigionare contratti di compravendita di vino per centinaia di migliaia di euro. Ma la fiera prevede anche una serie di eventi, tra degustazioni, seminari e proiezioni di film, con protagonista il vino e la coltivazione d’uva. «Porto la Romagna nel cuore ma è stata la Spagna a permettermi di sognare in grande nonostante la giovane età. Ora punto a una fiera parallela anche in Italia».

Stefano, ha lasciato Meldola ad appena 20 anni e ha cercato lavoro e fortuna in Spagna. Ma da qui a inventarsi la più grande fiera del vino naturale, il passo non è breve. Come nascono idea e passione?

«Sono arrivato a Barcellona nel 2005 e da subito mi sono occupato di ristorazione, prima come gestore di un locale poi specializzandomi come sommelier. Fin da subito mi sono interessato al mondo del vino ma prodotto in maniera naturale. Quando ho conosciuto mia moglie Alejandra, in uno dei nostri viaggi alla scoperta di vini naturali in giro per l’Europa, abbiamo pensato all’idea di organizzare un evento che mettesse in rete tutti quei produttori indipendenti che fanno il vino utilizzando esclusivamente l’uva e la ricchezza della “vecchia e sana terra”. Da qui, “Vella Terra”. Dietro vi è un impegno costante e non è semplice. Continuo a girare l’Europa alla ricerca di produttori e nel frattempo io e Alejandra abbiamo aperto un locale sempre a Barcellona - il Garage bar, nel quartiere di Sant Antoni».

Dal 2016, Vella Terra è cresciuta esponenzialmente fino a diventare una vera piazza d’affari.

«Io vado in giro per vigneti e fiere internazionali per cercare i viticoltori attenti alla naturalezza del vino, mia moglie si occupa della promozione e dell’organizzazione dell’evento, e i produttori fanno il resto: in breve, questa si è rivelata un’ottima ricetta. La prima edizione di “Vella Terra”, nel 2016 al Poble Espanyol, contava circa 70 vignaioli tra catalani, francesi e spagnoli. Oggi vantiamo più di 120 espositori, provenienti anche da Cina, Canada, Svezia: nella quarta edizione presenteremo più di 100 “progetti” di vino naturale, avremo con noi oltre 1.500 professionisti del settore. Possiamo ad oggi definire “Vella Terra” l’unico punto di incontro fra vignaioli indipendenti di tutta la Spagna e i nostri parametri di qualità sono precisi e stringenti, dai vitigni in permacultura al lavoro manuale in cantina, fino all’utilizzo di lieviti indigeni».

Partecipano vignaioli italiani, dunque. Ce ne sono di emiliano romagnoli?

«Gli invitati stranieri sono selezionati rigorosamente. I vignaioli italiani saranno quest’anno 23 e provengono da diverse regioni, dalla Sicilia, al Piemonte. Gli emiliani saranno sei».

Qual è l’impatto economico della fiera e quanto costa organizzarla?

«La fiera è stata creata come networking, per cui produce ricchezza nella misura in cui sprigiona reti di collaborazioni e contratti tra viticoltori. L’impatto economico diretto per questi ultimi si aggira sui 200mila euro, ai quali vanno aggiunti altri 350mila euro circa di contratti commerciali per i distributori di vino, il tutto solo calcolato solo sul mercato catalano. Quanto a noi, ogni anno è un grande sforzo realizzarla, ma è una grande soddisfazione: dietro non vi è solo il desiderio di creare una piattaforma di commercio del vino naturale, o a " low intervention", vale a dire a fermentazioni spontanee, ma vi è la promozione di un’alimentazione sana, di una ristorazione senza sofisticazioni, di un consumo attento al rispetto per la terra».

Pensa mai di tornare in Romagna?

«La Spagna mi ha dimostrato coraggio: qui i ragazzi sono abituati a fare start up e a lanciarsi in nuove imprese fin da giovanissimi. Ma non vi è, specie tra i miei coetanei, la cultura del vino che c’è in Romagna. Porto la mia terra nel cuore e il desiderio è quello di realizzare anche lì qualcosa di originale: certo, in Italia la cultura del vino bio e naturale è molto più presente di quanto non fosse in Spagna ed eventi simili a Vella Terra non mancano, ma un progetto che possa mettere in rete Romagna e Catalogna in un interscambio culturale ed enogastronomico sarebbe per me un vero sogno».

Per informazioni, www.vellaterra.com o “Vella Terra” su Facebook.

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