Start up sestuplicate, Emilia Romagna terza a livello nazionale

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Nel giro di appena quattro anni, tra il 2014 al 2018, il numero delle start up in Italia è aumentato di oltre sei volte, passando dalle 1.541 piccole imprese innovative di quattro anni fa alle 9.646 del novembre scorso. Una crescita trainata soprattutto dal Nord dove sono attive il 55% delle startup mentre il 24% si concentra il Sud e il 21% al Centro. Sono alcuni dei dati più significativi che emergono dallo studio su “l’economia delle regioni italiane e rapporti tra amministrazioni territoriali e imprese” curato dall’Istituto per la competitività presentato ieri.

I dati

Dall’indagine emerge che la regione più virtuosa è la Lombardia con 2.398 startup, seguita dal Lazio con 1.047 e dall’Emilia Romagna con 901. Prima regione del sud la Campania, quinta in Italia con 743 piccole imprese innovative. Il Meridione, nonostante non spicchi per numero di imprese, si distingue per un aspetto rilevante: la maggiore presenza giovanile nella compagine societaria.

Il presidente di I-Com Stefano da Empoli sottolinea che «la presenza e la futura evoluzione delle startup al Sud è una risposta alla crisi economica e occupazionale che colpisce soprattutto i giovani. Ora e’ necessario – prosegue – concentrarsi su due questioni fondamentali: la prima le competenze con la necessità di dotarsi di quelle giuste al posto giusto, la seconda il mercato dei capitali destinati alle piccole imprese innovative ancora troppo asfittico e poco liquido. Lo Stato – sottolinea – deve favorire la creazione di un ecosistema virtuose e aperto che renda più semplice l’accesso ai finanziamenti e spinga gli investitori privati a scommettere sull’innovazione».

Lo studio affronta anche il tema del fisco locale evidenziando che Roma e Torino sono le città con le imposte locali più alte con aliquote rispettivamente pari al 4,23% e al 4,13%.

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