Terre Cevico guarda a tutti mercati nel segno della sostenibilità

Rimini

LUGO. Il futuro di Terre Cevico sarà “frizzante”. Uno dei prodotti di punta della cooperativa vinicola associata a Legacoop Romagna, infatti, sono le “bollicine”, settore dove ha conquistato fette di mercato non solo a livello nazionale. «La Romagna è una terra che storicamente produce basi per molti spumanti prestigiosi lavorati nel mondo – spiega il nuovo presidente Marco Nannetti –. È venuto il momento di consolidare il mercato con prodotti “nostri”: Terre Cevico punta a produrre spumanti col sogno che i frequentatori della riviera si presentino al bar sulla spiaggia ordinando un bicchiere di bollicine romagnole». Nannetti, 49 anni, è diventato presidente nel dicembre 2017 succedendo a Ruenza Santandrea. Perito agrario, ha cominciato a lavorare subito nel settore vinicolo. Nel 1990 ha avuto un incarico nella Confederazione italiana agricoltori dove è restato fino al passaggio a Cevico, di cui è stato anche vicepresidente dal 2016. «L’altro nostro prodotto “forte” – prosegue – è ovviamente il Sangiovese, che ci impegniamo a valorizzare sempre di più. Un lavoro che comincia a dare buone soddisfazioni e che speriamo nel breve periodo possa generare ulteriore valore per i soci di collina. Tra questi risultati dobbiamo ricordare che nel novembre 2017 il nostro Sangiovese superiore delle Rocche Malatestiane Rimini ha ottenuto i tre bicchieri del Gambero Rosso. Inoltre sta crescendo molto la linea biologica “B.io”, con oltre 500mila bottiglie». Investimenti anche su Fico, la nuova creatura di Oscar Farinetti a Bologna. «Nei primi mesi abbiamo registrato un giro di affari soddisfacente; ovviamente per un primo bilancio dovremo aspettare almeno un anno». Qual è il ruolo della cooperazione nel successo del vino made in Romagna? «Fondamentale. Bisogna far capire che la cooperazione produce vino non solo in termini quantitativi ma anche qualitativi. Sviluppiamo progetti che hanno sempre una attenzione particolare alle loro ricadute sociali; reddito per i soci, lavoro per i dipendenti e valorizzazione del territorio. La caratteristica del nostro territorio rurale è una frammentazione della maglia poderale con superfici medie inferiori a 2 ettari ad azienda e questo, nei confronti del mercato, rappresenta un elemento di debolezza. L’importanza di Cevico e, in generale, della cooperazione è permettere ai piccoli produttori di stare sul mercato senza subire pressioni per la loro dimensione, concentrando risorse per investimenti comuni in magazzini, linee produttive e logistica economicamente sostenibile».

Sostenibilità al primo posto. «Da due anni – riprende Nannetti – presentiamo un bilancio di sostenibilità che definisce aspetti ambientali, sociali e culturali della nostra attività messi a confronto con la crescita economica della cooperativa. Vogliamo che il concetto di sostenibilità, nella sua accezione più larga, diventi l’architettura culturale dell’impresa». E, poi, il “nettare” resta un prodotto vincente. «Il vino è un grande agevolatore di socialità; lavoriamo affinché a questo continui ad essere attribuito un ruolo fondamentale nelle sane abitudini alimentari sia degli italiani ma soprattutto dei paesi esteri; confidando sul valore riconosciuto a tutto l’agroalimentare “made in Italy”».

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