«Un pizzico di cinismo e tanta voglia di distillare dalla vita le cose migliori»

CERVIA. È la scrittrice bolognese Grazia Verasani, con il suo nuovo “La vita com'è” (La Nave di Teseo), l’ospite invitata oggi alle 19 dalle librerie Coop alle Officine del Sale di Cervia per il ciclo “Scrittori in officina”. In dialogo con lei, Marco Viroli.
Verasani è al suo quindicesimo libro: ai romanzi (suo “Quo vadis baby?” da cui nel 2005 Gabriele Salvatores ha tratto l’omonimo film) ha alternato racconti dedicati alla musica (“Accordi minori”) e una pièce teatrale “From Medea. Maternity blues”, rappresentata in Italia e all’estero, e vincitrice di numerosi premi.


«E sono molto contenta di venire a presentare il mio libro in Romagna – commenta –, una terra che amo molto, dove ho tanti amici anche fra i musicisti e dove anni fa seguii il seminario di sceneggiatura di Tonino Guerra. Poi a Cesenatico ho passato molte estati e quelle passeggiate, i tramonti, uniti al carattere e alla… follia dei romagnoli hanno sempre costituito per me qualcosa che era “casa”. Mi piace la parlata di questa regione, le “e” strette e i modi di dire, e tanti ricordi: il mio primo editore, Fernandel, era di Ravenna! Trovo poi che qui le cose stiano cambiando meno velocemente che in una città come la mia, dove dilagano razzismo e solitudine… E ciò nonostante l'Emilia-Romagna è ancora un bacino di energie positive, a fronte poi di tanti luoghi d'Italia dove spopolano ignoranza e cultura machista».


Nei suoi romanzi invece sono le donne le protagoniste, come nella serie dell’investigatrice privata Giorgia Cantini.
«Giorgia è un personaggio molto “europeo”, anche se riconosco un debito nei confronti di grandi americani del noir come Chandler o Highsmith. La mia investigatrice è una donna di oggi, con durezze e autodifese, ma anche un forte senso d'ironia e umorismo. Il suo agire in un contesto noir poi mi dà modo di osservare la realtà in cui agisce e si muove e di darne testimonianza, sempre con un equilibrio fra leggerezza e profondità. Non amo infatti il drammatico senza spiragli, credo che la luce in fondo al tunnel ci sia sempre e che l'arte conservi la sua funzione catartica. Ecco perché mi piace “giocare” con questi due toni».


Lei ha scritto anche per il teatro e per il cinema.
«È una libertà che mi sono guadagnata: quando sei nota per un personaggio seriale, ti chiedono di ripeterlo. Invece è un segno di coraggio e di libertà passare a libri diversi. Come è diverso dagli altri quest'ultimo, che alcuni hanno definito una “commedia sofisticata”: un romanzo pieno di ironia, del disincanto di chi è arrivato ai 50 anni, ma è pieno anche di vitalità».


La protagonista del libro un po’ le assomiglia…
«Mi assomiglia per quel pizzico di cinismo, e per la voglia di distillare da un vivere, che è sempre più complesso e confuso, le cose migliori, i sentimenti, le amicizie. Non ho giocato retoricamente sui valori, ma ho voluto esprimere uno slancio per la vita in senso laico. E forse è per questo che, mi dicono, il libro fa “stare bene” chi lo legge. Questo slancio nasce dall'osservazione attenta di una infelicità crescente, dovuta alla confusione, alla spettacolarizzazione di notizie e sentimenti. Avere questo borbottio lamentoso intorno spinge a volerne vedere il rovescio, traendo da una materia incerta un percorso che dia senso alla vita e alle cose che facciamo, nella ricerca del bello. So di essere una persona fortunata: leggo tanto, vado a mostre e concerti e sono questi gli strumenti per combattere il marasma. Quanto a me, li considero la mia “religione” che mi ha portata, a questo punto della vita, a spostare il cannocchiale per guardare le cose non in maniera stupidamente ottimista ma con sforzo e con intelligenza. L'amicizia e l'amore a loro volta permettono di passare il testimone, o almeno di condividere tutto ciò: quello che capita ai personaggi del mio libro, che a vicenda si educano: lei diseducando da certe cose il giovane scrittore, e lui riportandola con la sua freschezza a vedere l'orizzonte, e a superare blocchi e aspettative che provengono dal suo passato».


Alle 20 cena alla carta
Prenotazione: 0544 976565

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